“Questo è il settore dell’informazione che si è trovato per primo ad affrontare la situazione di profonda trasformazione tecnologica in maniera un po’ diversa rispetto al classico editore che ha spostato online la propria versione cartacea”, così Crimi apre l’incontro nella Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il decimo appuntamento è dedicato all’informazione online, e come sempre la “disponibilità all’ascolto è massima” per comprendere al meglio le difficoltà del settore e per capire come poter rispondere correttamente alla crescente domanda di informazione che oggi caratterizza il nostro paese.
“Informazione online: sfide, opportunità e trattamento per gli editori nativi digitali” questo il titolo dell’incontro in cui sono intervenuti Francesco Saverio Vetere, Segretario Generale USPI, Matteo Rainisio, Vicepresidente ANSO, Pier Luca Santoro di DataMediaHub come relatori, affiancati da Sottosegretario con delega all’editoria Vito Crimi e dall’immancabile Capo Dipartimento Ferruccio Sepe a moderare l’incontro.
“Niente ha cambiato il mondo come la tecnologia. Questa rivoluzione tecnologica è profonda, per il sistema sociale, culturale e anche per quello amministrativo. Tutte le strutture delle nostre società non rimarranno indenni”, spiega in apertura il Segretario Generale dell’USPI, aggiungendo che in anni passati non troppo lontani “abbiamo avuto problemi a capire la portata di questa rivoluzione, non abbiamo riconosciuto dei segnali, facendo degli errori nel legiferare” soprattutto ritardando tanto nel dare la stessa dignità e la totale parificazione per gli online, “paghiamo questo nostro ritardo perché non abbiamo colto i segnali dell’editoria digitale. A breve arriverà il 5G che sconvolgerà il nostro modo di vivere, dobbiamo comprenderlo e categorizzarlo, sennò ci sopraffarà”.
Per anni, il settore ha creduto nella regola empirica che spiegava come “l’avvento di un nuovo mezzo non cancellava il vecchio, lo integrava”. Qui però, non si tratta solo di un nuovo mezzo, è una trasformazione del tutto particolare. “Internet è destinato ad assorbire qualunque altro mezzo. Immaginando questo quali sono i criteri del nostro intervento nel settore?”, continua Vetere.
Il settore registra un disagio di crescita dei nativi digitali, di cui USPI si occupa da ben 19 anni, perché ancora non riescono ad avere lo stesso impatto dal punto di vista economico e sociale, nonostante siano letti da milioni di persone, non raggiungendo ricavi soddisfacenti. Il sistema stesso non consente l’assunzione di un numero maggiore di professionisti per alzare l’asticella della qualità.
Dopo queste considerazioni, Vetere avanza due proposte che riguardano specificatamente l’intervento dello Stato nel settore per supportare il sistema in questo periodo di grande cambiamento e la riduzione del costo del lavoro giornalistico, adeguandolo al lavoro della nuova stampa. Su questo secondo punto il Segretario Generale spiega come l’USPI abbia siglato un anno fa il contratto collettivo nazionale di lavoro giornalistico USPI-FNSI, tagliato sulla misura dei nativi digitali e sui locali, nato per questo tipo di stampa, in alternativa al contratto collettivo di lavoro FIEG-FNSI.
“Nell’ultima legge sui contributi era stato previsto l’allargamento del sostegno pubblico ai nativi digitali, ma l’ampliamento effettivamente non si è realizzato, non sono parificati online e cartacei. Se per accedere ai contributi, i quotidiani devono avere 5 dipendenti di cui 3 giornalisti, è chiaro che i nativi digitali non possono accedere, non hanno i numeri per farlo viste le loro dimensioni. La proposta di USPI è quindi quella di parificare i nativi digitali ai periodici, chiedendo 3 dipendenti e non 5 come per i quotidiani. Bisogna permettergli di svilupparsi”, questa l’ultima proposta di Vetere in conclusione al suo discorso.
Il rappresentante di ANSO, Matteo Rainisio, ribadisce subito l’importanza per il settore dell’online del contratto di lavoro USPI-FNSI, effettivamente tagliato per aiutare i più piccoli a svilupparsi e crescere nel sistema, “il contratto di riferimento è ottimo, finalmente una normativa comune”.
I nativi digitali locali sono, per Rainisio, “sentinelle che coprono i territori quasi del tutto abbandonati dagli media locali. Raccontano la loro realtà, il modello di business è quello della stampa del 1800” con i necrologi che riempiono le pagine dei giornali, per esempio.
“Noi degli online siamo perennemente l’ultima ruota del carro, quelli che difficilmente hanno qualità perché le notizie le diamo gratis e molto spesso non veniamo trattati come gli altri, perché abbiamo dovuto aspettare fino al 2016 per la parificazione normativa e al 2018 per un contratto”, con questi presupposti l’ANSO avanza richieste che riguardano la parità di trattamento, il sostegno contro continue querele temerarie che soprattutto i più piccoli non riescono a gestire e una riforma del copyright, puntualizzando che “gli editori nativi digitali AMANO IL COPYRIGHT”, come si legge scritto a chiare lettere sulle slides apparse durante l’intervento del Vice Presidente.
Il giro dei relatori si conclude con l’intervento di Pier Luca Santoro di DataMediaHub il quale mostra come gli investimenti pubblicitari fatti su internet sono cresciuti più di qualsiasi altro settore in 10 anni. “La rete è un ecosistema sociale”, esiste perché è partecipata, sarebbe una scatola vuota se nessuno ci scrivesse dentro, se nessuno stesse lì a inserire contenuti di vario genere.
Il sottosegretario Vito Crimi, sul tema degli investimenti pubblicitari, puntualizza che sui locali il fenomeno è ancora in crescita, i dati non sono ottimali, perché “andare sul giornale nazionale fa figo”, anche se in realtà la pubblicità sui locali dovrebbe avere una credibilità maggiore perché collegata ad un ambiente più ristretto e più funzionale per la vita quotidiana di ognuno di noi.
Nella fase finale dell’incontro gli interventi ad opera di editori, direttore e giornalisti dell’online sono stati molti, con proposte e riflessioni interessanti che sono stati posti all’attenzione della sala.
Per Angelo Perfetti de Il Faro Online “il web è sia un far-west, senza regole che un luogo che rappresenta un elemento di crescita per l’intero settore” su cui però la professionalità ancora non è riconosciuta nella sua qualità, anche a causa di una mancanza di regolamentazione del diritto d’autore.
Nonostante questo però, molti editori, come fa notare Francesco Miscioscia che gestisce due giornali online nella provincia di Latina –LatinaQuotiano.it e LatinaCorriere.it-, investono molto sulla professionalità dei giornalisti, lavorando instancabilmente per offrire un servizio di qualità 24 ore su 24.
Gli fa eco Umberto Frugiele, direttore dell’Eco della Stampa e Consigliere Nazionale USPI, che dopo aver sottolineato la fatica e le difficoltà che anche le società di rassegne stampa incontrano per lavorare correttamente e con professionalità, si dice convinto della necessità per il settore di trovare nuove forme di remunerazione.
Alessandra Costante, vicesegretaria FNSI, prende la parola per confermare quanto detto finora sul contratto di lavoro USPI-FNSI, ribadendo la sua importanza sulla scena editoriale attuale. Il contratto assicura “garanzie e tutele ai giornalisti anche nell’online. Abbiamo bisogno di regole che siano universalmente riconosciute per dare la possibilità a tutti di svilupparsi”.
Un elogio alla stampa locale e alla sua “bellezza” arriva dalla voce di Rosa Rubino, direttore de Il Vomere da ormai 30 anni, nonché Consigliere Nazionale USPI da quest’anno: “da questa unica iniziativa, gli Stati generali dell’editoria, è emersa la bellezza della stampa locale, che è presidio di democrazia. La stampa locale è bellezza, è fare delle battaglie per la comunità, con la schiena dritta. La stampa locale non è minore, siamo orgogliosi di farne parte”.
Il Segretario Generale USPI, Francesco Saverio Vetere, ha ripreso la parola sul finire dell’incontro per sottolineare come la logica dell’associazione sia “la logica di chi ogni giorno deve pensare a come dare strumenti e salvaguardare il sistema e i posti del lavoro dei soggetti che rappresenta. Gli strumenti per il settore digitale sono il contratto di lavoro USPI-FNSI ma anche quelli che riguardano la diffamazione e le tutele temerarie. Abbiamo messo a punto una polizza di Rc professionale per gli editori assolutamente innovativa e inedita nel panorama italiano, nel nostro Paese non esiste alcun tipo di assicurazione in tal senso. La novità di questa nuova polizza è invece il fatto che i costi sono correlati al fatturato dell’azienda, a partire da livelli molto bassi. Il primo scaglione, che va fino a 50mila euro di fatturato all’anno, prevede ad esempio un premio di 500 euro all’anno. Poi naturalmente c’è un aumento progressivo della tariffa per i successivi scaglioni. Per i piccoli e medi editori, ma soprattutto per i micro-editori, penso in particolare agli editori digitali, si tratta di uno strumento importantissimo, che offre una risposta concreta in particolare nel campo della diffamazione e delle liti temerarie”.
Il nuovo strumento è stato pensato e creato ad hoc dall’Unione Stampa Periodica Italiana, in collaborazione con AON. La polizza assicurativa di Rc professionale sarà riservata a tutti gli associati Uspi.
“È importante la sensibilizzazione delle istituzioni sui problemi dei più piccoli. L’USPI ha sempre presentato al Governo e al Parlamento le istanze dell’editoria medio-piccola. Con la nuova legge di bilancio che prevede la progressiva abolizione dei contributi, il settore è preoccupato, non sa come fare, anche se il fondo per il pluralismo non verrà meno. Questo può essere un problema ma potrebbe anche essere una possibilità”, conclude poi Vetere.
Il lungo lavoro di incontri con le categorie nella cornice degli Stati generali si sta per concludere, rimane l’ultimo incontro di giovedì 4 luglio –con i giornalisti– e poi si procederà alla redazione delle proposte di legge definitive che saranno presentate dal Governo il prossimo autunno.