Editoria

Riforma editoria, governo: via ai lavori per far fronte alla crisi del settore

Per schierarsi contro le fake news, lo strapotere delle Big Tech e la crisi dell’informazione, la maggioranza di governo stabilisce di avviare un confronto in Parlamento per definire la strategia per la nuova legge per il comparto dell’informazione. 

Le numerose e profonde trasformazioni che il mondo editoriale ha subìto ha cambiato i connotati del settore che necessita di una nuova legislazione. Prima la crisi della carta stampata e poi la costante decadenza delle edicole

Ma, soprattutto, la mancanza di linee guida per l’Intelligenza Artificiale (IA) e lo strapotere che gli Over The Top (OTT), che detengono il quasi totale controllo sulla distribuzione dei giornali e sulla pubblicità online.

Una crisi da stroncare

I giganti del web hanno stravolto il settore sfidando la politica a creare un nuovo assetto legislativo per garantire la sopravvivenza dei giornali, editori e giornalisti. L’argine ai problemi dell’editoria e la risposta a questa crisi che continua da anni sembra essere questa nuova legge, che prenderà spunto dalle regole internazionali ed europee

Infatti, il governo annuncia l’importanza di “avviare in Parlamento il confronto per definire una nuova legge di sistema, che tenga conto di tutte le trasformazioni tecnologiche intervenute, per arginare e regolare il dominio di giganti del web e piattaforme, per fermare il saccheggio digitale e tutelare il diritto d’autore nel mondo dell’ editoria e dell’audiovisivo, a garanzia di ogni espressione della cultura, del sapere e dell’informazione. Il tutto alla luce delle regole europee in vigore e in via di futura attuazione e della giurisprudenza costituzionale. Il Parlamento è ovviamente la sede del confronto e delle decisioni. Pronti al dibattito in ogni altra sede, a partire da iniziative promosse da organi istituzionali”.

Il percorso da intraprendere sarà simile a quello che, entro agosto 2025, dovrà concludersi per il recepimento del Media Freedom Act, entrato in vigore a maggio 2024, spiegano gli esponenti di governo. La nuova legge, dunque, si dichiara in linea con quanto già avviato in sede europea per affrontare una crisi non solo italiana.

Il commento di USPI

Il Segretario Generale dell’USPI, Francesco Saverio Vetere, ha commentato la notizia: “USPI esprime apprezzamento per la decisione della maggioranza che sostiene il governo di avviare un percorso condiviso per il varo di una nuova legge sull’editoria. Bisogna tener presente che il settore è estremamente complesso e variegato e bisogna tenere nel debito conto le esigenze dei periodici di informazione locale, dei giornali online e della stampa di nicchia e tecnico-scientifica. 

Soprattutto servirà, una volta per tutte, prendere atto del profondo, strutturale cambiamento del settore dell’informazione e cercare di operare uno sforzo comune per varare una legge con un’ottica e con dei principi adeguati alla situazione dell’informazione nel 2024. 

Non può essere in alcun modo replicata la formula che prevedeva il riconoscimento dell’informazione tradizionale come unica fonte ‘legittima’. Bisognerà poi verificare le situazioni di crisi all’interno dei gruppi editoriali e la possibilità per le aziende di sostenere costi eccessivamente onerosi rispetto all’attuale mercato dell’informazione. Non pensi il governo a forme di sostegno occasionali per dare un provvisorio ed inefficace aiuto a chi dovrà sostenere costi fissi sproporzionati rispetto alle possibilità del comparto”. 

uspi

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