Editoria

Rapporto MFRR: intimidazioni in crescita nel 2024, Italia prima

Il Media Freedom Rapid Response (MFRR) è un Rapporto che monitora e reagisce alle violazioni della libertà di stampa e dei media negli Stati Ue e nei Paesi candidati per l’ingresso. 

Il MFRR è un progetto iniziato nel 2020 per volontà e con i fondi della Commissione europea. Negli anni ha trovato la collaborazione del Centro Europeo per la libertà della stampa e dei media (ECPMF), la Federazione europea dei giornalisti (EFJ), Free Press Unlimited (FPU), International Press Institute (IPI) e CCI/Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa (OBC Transeuropa). 

I primi 6 mesi del 2024

Nel primo semestre del 2024 il Report attesta un numero di violazioni quasi equivalente all’intera annualità precedente. Questo preoccupante incremento in tutta Europa ha sollevato questioni sull’ingerenza di molti governi all’interno delle aziende dei media nazionali e indipendenti. 

Da gennaio a giugno le violazioni registrate raggiungono quota 756, ricevute da 1.212 persone o enti giornalistici in 35 Paesi che sono partner del MFRR. 474 di queste segnalazioni sono di Stati Ue, mentre 282 provengono da Paesi candidati (Serbia, Georgia, Ucraina e Albania).

La mappatura prende in considerazione diverse modalità di attacco agli enti o persone, tra cui attacchi verbali, censura e interferenze esterne nel lavoro giornalistico. 

Nel 2023, il Rapporto del MFRR ha registrato 1.117 avvisi di libertà violata. Il 20,6% riguardava solamente gli attacchi fisici, il 17,4% erano attacchi alla proprietà di enti o persone nel mondo del giornalismo, la censura registrava un’incidenza del 15,9%, mentre insulti e attacchi verbali (online e non) arrivavano al 27,2%. 

Tuttavia, nella mappatura 2024, si vede un afflusso sempre più intenso di violenza fisica e online e una limitazione della libertà sempre più invalidante. Infatti, solo nei primi 6 mesi si è raggiunto il numero di 756 segnalazioni, di cui il 12,9% implicano una violenza fisica, il 15% è danneggiamento di proprietà, la censura aumenta al 33,3% e il 40,7% è invece violenza verbale.

Il primato negativo dell’Italia

Tra tutte le nazioni monitorate, l’Italia detiene il primato negativo. Con 96 violazioni che coinvolgono 125 persone o entità relative ai media, il report condanna il deterioramento inaspettatamente rapido della libertà di stampa. Seguono Turchia (76), Ucraina (75), Germania (72) e Francia (57).

Le preoccupazioni maggiori vengono dalla mancata indipendenza editoriale di testate e teletrasmittenti nazionali e dalle ingerenze del governo anche in giornali indipendenti. Come si legge nel Report, infatti, “in vista delle elezioni europee del giugno 2024, i cambiamenti alla clausola della ‘par condicio sono state implementate per favorire i partiti al governo, aumentando le preoccupazioni per la propaganda politica nelle trasmissioni pubbliche”.

Questi accadimenti, oltre a casi di censura e provvedimenti disciplinari, “evidenziano la natura complessa e problematica della proprietà dei media in Italia, dove i politici sono spesso anche imprenditori e proprietari di media, rendendo rara la proprietà dei media come attività principale e risultando in conflitti di interessi e potenzialmente compromettendo l’integrità giornalistica”.

Ma non solo: “le minacce legali sono state spesso utilizzate dai funzionari pubblici nel tentativo di mettere a tacere indipendenti e giornalismo critico. MapMF ha registrato un numero allarmante di cause legali vessatorie, con criminali e azioni legali per diffamazione civile regolarmente sfruttate contro giornalisti e organi di stampa, soprattutto da politici, partiti politici e autorità pubbliche. Legalità pre e post pubblicazione gli avvertimenti venivano spesso usati dai politici dei partiti al potere”.

Articolo di T.S.

uspi

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