L’anno appena concluso è stato un anno di profondi cambiamenti per la pubblicità online. Lo sviluppo del web e l’intelligenza artificiale hanno rivoluzionato il modo di vendere servizi e prodotti di ogni genere.
Strumenti come pubblicità predittive, inserzioni dinamiche e deep learning sono sempre più decisivi per capire e condizionare le scelte dei consumatori. Tramite i software di machine learning, infatti, è possibile analizzare dettagliatamente i big data ed il comportamento degli utenti sui social network. Tutto ciò permette quindi agli inserzionisti di prendere decisioni più mirate e di pubblicizzare i prodotti e i servizi offerti con maggiore targetizzazione.
Le stesse campagne di marketing vengono affrontate e pianificate in modo totalmente diverso da quanto l’AI è entrata nella gestione del web e ad oggi è possibile realizzare più varianti di uno stesso messaggio pubblicitario ognuna destinata a diverse tipologie di clienti sulla base dei loro interessi e comportamenti online e solo in un secondo momento capire e scegliere quello che ha ricevuto più visualizzazioni.
Quando l’utente entra in un sito, gli viene immediatamente chiesto il consenso all’uso dei cookie. Accettando la richiesta, si permette al browser di creare piccoli file di testo che vengono salvati automaticamente e analizzati successivamente in forma anonima e aggregata da delle società di marketing e comunicazione in grado di realizzare pubblicità su misura.
Una rivoluzione nel mondo della pubblicità abituata da sempre a veicolare il messaggio di un’azienda a un pubblico generico.
Ma la grande novità del 2019 nel campo del digital marketing è l’uso sempre più massiccio di nuovi algoritmi in grado di raffinare le tecniche di pubblicità predittiva, così da prevedere come e quando gli utenti avranno un determinato comportamento in base ad azioni passate.
Questa pubblicità mirata e creata ad hoc per gli utenti, è però un’arma a doppio taglio: un recente articolo il New York Times, infatti, ha evidenziato come i consumatori, soprattutto quelli più giovani, sono stufi della pubblicità online e cercano di evitarla utilizzando servizi come Adblock per bloccare i banner o accettando di fare abbonamenti pur di non vedere delle inserzioni. Inoltre un altro studio pubblicato da Accenture Interactive afferma che “un quarto degli italiani trova troppo invasiva la comunicazione di un brand e il 76% di questi consumatori sarebbe disposto ad abbandonare quel brand”.
La pubblicità iper targettizzata è sì lo strumento più efficace allo stato attuale delle cose, ma bisogna fare attenzione ad utilizzarla con parsimonia, per non ottenere l’effetto contrario.
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