Privacy, i dati del Garante sui primi 16 mesi di applicazione del GDPR

Si tratta, in particolare, di una contabilizzazione degli input giunti all’Autorità tra comunicazioni obbligatorie, reclami, o semplici richieste di informazione.

Tramite la pubblicazione di una sintetica infografica, il Garante per la protezione dei dati personali ha aggiornato l’archivio concernente l’applicazione del Regolamento (UE) 2016/679 – GDPR dal 25 maggio 2018 al 30 settembre 2019.

I risultati sono i seguenti:

a) le comunicazioni dei dati di contatto dei DPO – Data Protection Officer (o RPD), sono state 52.659 (erano 48.591 al 31/3/2019 e 51.238 alla successiva rilevazione del 30/6/2019);

b) i reclami e le segnalazioni pervenute sono 12.063 (erano 7.219 al 31/3/2019 e poi 9.811 al 30/6/2019);

c) le notificazioni di data breach (violazione dei dati personali) sono state 1.520 (erano 946 al 31/3/2019 e poi 1.254 al 30/6/2019);

d) i contatti ricevuti dall’Ufficio Relazioni con il Pubblico sono stati 26.247 (erano 18.557 al 31/12/2019 e poi 22.904 al 30/6/2019).

L’andamento dei dati è in linea con l’importante progressione attestata nei mesi scorsi. Allarmante è il numero delle notificazioni di data breach salito a 1.520 in 16 mesi: ciò significa che, dall’inizio dell’era GDPR, ogni giorno sono “denunciati” al Garante circa circa tre eventi – tra cyber attacchi o perdite accidentali di dati – che mettono a repentaglio dati e diritti dei cittadini.

Anche presumendo che diversi titolari abbiano notificato violazioni di sicurezza in modo precauzionale (ossia, pur non sussistendo in alcun modo i rischi di cui all’art. 33 del GDPR), il dato statistico conferma la persistenza di una diffusa vulnerabilità rispetto alle minacce dell’odierno ecosistema digitale.