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Più controllo sull’IA, stretta dell’Antitrust USA per il copyright

L’intelligenza artificiale (IA) è il tema caldo del momento e giungono novità d’oltreoceano in merito. La Federal Trade Commission (FTC), ovvero l’antitrust americana, ha avviato nuove riflessioni sull’argomento durante la consultazione del Copyright Office.

Diritto d’autore e IA

Dalle questioni sollevate, la FTC si è concentrata principalmente sul nodo copyright e Intelligenza Artificiale Generativa, evidenziando come il tutto possa portare ad un danneggiamento non solo degli autori delle opere e dei contenuti, ma anche al consumatore finale.

L’utilizzo di queste tecnologie porta ad un utilizzo scorretto di contenuti, violando le leggi sul copyright a danno dei creator e degli artisti. Ma soprattutto crea un danno nel consumatore finale, trovandosi in difficoltà non sapendo con precisione l’origine di quel dato prodotto.

Le istituzioni sul tema

Il tema scottante delle IA ha da subito suscitato l’interesse e la necessità di regolamentare il settore. Se per gli USA è entrato in vigore l’Executive Order sull’Intelligenza Artificiale da poche settimane (provvedimento che cerca di definire gli standard da applicare), nell’Ue si discute da tempo sul AI Act.

Fair use delle risorse e training

Ad alimentare il dibattito è anche la questione dell’utilizzo di risorse coperte da diritto d’autore per addestrare le IA.

Secondo la FTC, questa pratica sarebbe in contrasto con la dottrina del fair use, ossia l’utilizzo di elementi sotto copyright che non richiedono un’autorizzazione. Questo perché, i prodotti generati dall’algoritmo, sarebbero perfettamente in grado di competere commercialmente con quelli originali. Il tema ha generato diversi scossoni all’interno delle stesse aziende specializzate in IA.

L’altra faccia della medaglia

Se da un lato sono molti gli sforzi nel tutelare il diritto d’autore e i creatori di contenuti, dall’altro sono proprio questi ultimi che cooperano direttamente con le IA per capire come sfruttarle al meglio.

Rientra in questo scenario l’esperimento di Google DeepMind, Dream Track, dove una serie di artisti musicali presta la propria voce nel creare piccole tracce da qualche secondo da inserire negli Short di YouTube.

Articolo di D.R.

uspi

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