Secondo un’indagine del Times, OpenAI, la società proprietaria di ChatGPT avrebbe esercitato pressioni su eurodeputati e funzionari dell’Unione europea “per annacquare alcuni elementi dell’AIAct”, il nuovo testo sulle regole per l’intelligenza artificiale appena varato dall’Eurocamera.
Pressioni riguardanti emendamenti al testo per far si che i sistemi IA generici come Gpt-3 non fossero classificati come “ad alto rischio” sarebbero stati portati avanti da OpenAI, Microsoft e Google.
I sistemi classificati ad alto rischio, infatti, secondo la nuova normativa, sarebbero poi sottoposti a severi requisiti legali.
OpenAI, in particolare, avrebbe condiviso con i funzionari europei un ‘white paper’ in cui venivano evidenziate le misure di sicurezza implementate per prevenire l’uso improprio dei suoi strumenti di intelligenza artificiale generativa.
La società spingeva più verso l’autoregolamentazione, dicono dal Times. Avrebbe inoltre chiesto modifiche al testo approvato poi dall’Eurocamera per consentire rapidi aggiornamenti dei suoi sistemi senza lunghe valutazioni.
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