Da NewsCorp ad Axel Springer, le testate giornalistiche che raggiungono accordi con OpenAI, casa madre di ChatGPT, aumentano sempre più.
È il turno di Vox Media e The Atlantic, scrive il Washington Post, a stringere patti economici con il colosso tech per consentire l’accesso alle pubblicazioni e ai contenuti delle società editrici.
Gli ultimi accordi di una lunga lista
Per l’azienda tecnologica è un modo per portare allo step successivo il suo sistema di IA, ChatGPT, grazie all’inserimento nei propri database di informazioni sempre aggiornate, utili e precise.
In questo modo, il problema delle cosiddette “allucinazioni”, ossia una vera e propria invenzione dell’IA di notizie false dovute all’errata analisi delle fonti, verrebbe ridotto se non risolto.
Vox Media e The Atlantic sono le ultime società editrici che hanno stretto la mano di Sam Altman. Infatti, sono già 70 le testate, emittenti televisive e siti che hanno stipulato contratti.
Non a caso, la scorsa settimana OpenAI aveva annunciato un accordo simile con NewsCorp. Un contratto dal valore di quasi 250 milioni di dollari. Il CEO della testata, Robert Thomson l’aveva definita una collaborazione che guardava al “giornalismo di qualità” e a favore dei content creator.
Di opinione opposta è il New York Times, che da mesi continua la sua battaglia legale contro la società produttrice di ChatGPT. Accuse di articoli coperti da copyright usati illegittimamente e di IA addestrata con video YouTube piovono da dicembre dello scorso anno.
Articolo di T.S.