Il 41% dei cittadini italiani vorrebbe ridurre il tempo trascorso online. Quasi 10 punti percentuali in più rispetto alla media globale (32%).
È quanto emerge dallo studio Decoding the digital home di EY, azienda internazionale di telecomunicazioni e analisi. La ricerca è stata condotta su 2.500 famiglie in Italia e più di 20.000 a livello globale.
“Il tempo trascorso online si sta stabilizzando se non addirittura riducendo, a fronte di un aumento degli standard qualitativi richiesti dagli utenti in termini di servizi e contenuti”, spiega Irene Pipola, Italy TMT Leader di EY.
Le interviste dimostrano che il 63% (tre punti percentuali in più dello scorso anno) degli italiani teme un aumento dei prezzi degli abbonamenti mensili ai servizi di connettività. In particolare, il 44% delle famiglie teme di pagare troppo per contenuti di cui non usufruisce.
Per la maggioranza (6 su 10), il prezzo è il fattore primario nella scelta di un servizio in streaming. Seguono la specificità del contenuto (41%) e l’ampiezza dell’offerta (38%).
L’attenzione alla convenienza è costante (il 53% è interessato agli sconti) ma stanno cambiando soprattutto le esigenze. Quasi la metà degli intervistati sarebbe interessata ad acquistare, assieme alla rete fissa, servizi tv o servizi di sicurezza online e tutela della privacy.
Inoltre, gli smartphone cominciano ad essere percepiti come un valido sostituto della rete domestica dal 39% dei consumatori.
Anche i dispositivi smart home stanno assumendo rilevanza. Infatti, in una casa su quattro, è presente almeno un assistente digitale.
EY ribadisce che la pandemia abbia rappresentato “un importante acceleratore del processo di digitalizzazione delle famiglie italiane”. Restano però alcune preoccupazioni, soprattutto per quanto riguarda la privacy. Il 63% degli italiani afferma di essere molto prudente nel condividere informazioni personali in rete.
Gli utenti si dicono preoccupati anche per l’intreccio tra iperconnessione e benessere. Uno su tre pensa che internet possa avere un impatto negativo sul proprio benessere psicofisico. La percentuale sale al 41% tra i giovani tra i 18 e i 24 anni.
Inoltre, emergono forti preoccupazioni per i contenuti illeciti. Il 61% delle famiglie ritiene che le autorità di regolamentazione non stiano facendo abbastanza per contrastare la diffusione di contenuti dannosi online.
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