Consegnato al Ministro della Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone, nella giornata di ieri, il documento contenente vari punti utili (10 i principali) per la riforma della legge n. 150 del 7 giugno 2000 che disciplina le attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni.
L’incontro, svolto alla presenza delle principali associazioni e organizzazioni del giornalismo, della comunicazione e delle nuove professioni ha visto la consegna del documento redatto dal Gruppo di lavoro istituito dalla stessa Ministra nel gennaio scorso e coordinato da Sergio Talamo.
La riforma della comunicazione pubblica e istituzionale “è attesa da molto tempo e si innesta con un ruolo di primaria importanza in seno alla strategia complessiva di apertura delle PA ai cittadini e di centralità della persona nel rapporto con le amministrazioni”, ha commentato la Ministra Dadone. Si tratta di “una rivoluzione copernicana che non può non vedere la tecnologia e il digitale come strumento primario, leva e motore di un ribaltamento di prospettiva. Un cambiamento profondo che va incoraggiato e governato da una multiformità di professionalità e nuove competenze sulle quali dobbiamo puntare in modo deciso, così da rendere la macchina dello Stato sempre più alleata del Paese”, ha concluso poi.
Molte le novità contenute nel documento che poggia sull’idea della centralità del cittadino e sull’importanza strategica delle attività di comunicazione e informazione istituzionale. La riforma si basa su alcuni punti chiave:
1) la costituzione di un’Area unificata dedicata a comunicazione, informazione e servizi alla cittadinanza in cui operino i giornalisti e i comunicatori e in cui sia inserita, riconosciuta e valorizzata la competenza in comunicazione e informazione digitale;
2) la trasparenza con rilevante dimensione comunicativa;
3) smart working e lavoro agile;
4) figure apicali e portavoce;
5) tutela e riconoscimento del ruolo per chi già oggi è all’interno della PA e svolge attività giornalistiche, comunicative e di informazione e comunicazione digitale;
6) formazione continua e qualificata;
7) inclusione di nuove figure professionali con competenze digitali nell’Albo dei giornalisti e per la certificazione del comunicatore;
8) focus specifico per i piccoli enti e per i settori sanitario e istruzione;
9) estensione della riforma alle società partecipate e agli enti pubblici economici;
10) analisi di fattibilità di un polo previdenziale e assistenziale dedicato.
Francesco Di Costanzo, presidente di PA Social, ha spiegato: “Costituzione di un’Area unificata dedicata a comunicazione, informazione e servizi alla cittadinanza, in cui operino congiuntamente i profili del comunicatore e del giornalista e in cui sia inserita, riconosciuta e valorizzata la competenza in comunicazione e informazione digitale. Basterebbe questo, uno stralcio del primo punto del documento di riforma, per capire che, finalmente, si sta aprendo la svolta digitale per la comunicazione e informazione pubblica. Da anni, come associazione PA Social, sosteniamo che il grande lavoro portato avanti in tutta Italia da tanti professionisti attraverso le piattaforme digitali deve diventare la normalità del nostro settore pubblico. Oggi al Ministero per la Pubblica Amministrazione, grazie alla forte volontà del ministro Fabiana Dadone, al lavoro del coordinatore del tavolo dedicato Sergio Talamo e al contributo di tutte le principali organizzazioni della pubblica amministrazione, della comunicazione, del giornalismo, delle nuove professioni digitali, è stata posata la prima pietra per la riforma della legge 150 del 2000. Una legge “151” fortemente orientata alle competenze digitali e al rapporto diretto con il cittadino. L’emergenza che abbiamo vissuto e che ancora stiamo fronteggiando ha dimostrato come non ci sia più tempo da perdere sulle competenze, sull’organizzazione, sugli strumenti, sui linguaggi, sui tempi e sulle modalità di lavoro. Facciamo sicuramente un passo avanti nel campo della comunicazione e informazione pubblica, ora è importante avere tempi rapidi e certi per rendere operativa la riforma tutelando e valorizzando chi è già all’interno delle nostre PA e chi dovrà entrare a breve e in futuro, anche con l’importante apertura, contenuta del documento, dell’Ordine dei Giornalisti alle competenze digitali”.