
Rimediano all’errore fatale del suo predecessore, il francese Jean-Claude Trichet. Inchiodano la politica europea alle sue responsabilita’ e fanno di lui paradossalmente insieme il custode massimo dell’indipendenza monetaria e il tutore piu’ rispettato della sovranita’ europea. Quest’uomo educato, una capacita’ unica di concentrazione, ha attraversato gli anni della crisi piu’ dura senza mai perdere la calma e consegna a una donna francese di potere, Christine Lagarde, l’eredita’ europea piu’ pesante. Lo spartiacque della politica monetaria espansiva, l’uscita dell’Europa dalla dittatura del marco, la leadership non scalfita dalle opposizioni perche’ racchiude il primato congiunto della visione e della concretezza. Insomma: l’eredita’ di chi fa il suo e ricorda agli altri – politica, impresa, cittadini – di fare il loro. Draghi oggi e’ la faccia riconosciuta dell’Europa nel mondo, il primo cui tutti pensano da una parte all’altra della terra se pensano al vecchio continente. Sono incarichi molto speciali che non si possono scrivere sui bigliettini da visita perche’ non c’e’ un ente che li attribuisce. Sono cose che succedono perche’ hai fatto qualcosa che resta ed e’ quel qualcosa che voglio qui raccontare, di seguito, pensando ai giorni in cui Draghi ha concluso i suoi otto anni di mandato. So di averlo fatto gia’ altre volte, ma so anche che e’ utile ripeterlo perche’ la memoria e’ meta’ del futuro che sapremo regalarci”.
(ITALPRESS).