La Commissione Ue ha ideato l’European Digital Media Observatory, con lo scopo di costituire un punto di riferimento per l’analisi e il contrasto alla disinformazione.
In Italia punto di riferimento è IDMO – Italian Digital Media Observatory, realizzato con il coordinamento dall’Università Luiss Guido Carli.
Il progetto prevede la realizzazione di un network di hub nazionali che analizzeranno i Social Media in otto Paesi Ue. La fase di avvio è appena iniziata e il finanziamento, per adesso, si aggira intorno agli 11 milioni di euro.
Negli hub si studierà l’impatto della disinformazione e delle fake news sulla società, con una particolare attenzione all’utilizzo dei media digitali, diffondendo corrette pratiche attraverso la e-literacy e il fact-checking.
“La disinformazione accresce le divisioni nelle nostre società e mina le basi del normale dibattito democratico”, ha iniziato il commissario europeo Paolo Gentiloni in un messaggio inviato in occasione della conferenza stampa per il lancio del progetto alla Luiss. “La pandemia da Covid-19 ha evidenziato il terribile impatto della disinformazione sulla salute delle persone. È dunque nostro compito combatterla, nel rispetto dei valori e dei diritti fondamentali europei quali la libertà di espressione e di informazione”. L’Osservatorio europeo, per Gentiloni, è “un elemento importante nell’azione per promuovere la verifica dei fatti e migliorare la capacità di comprensione e contrasto della disinformazione online”.
L’iniziativa, “si inserisce nell’ambito di una rinnovata attenzione da parte della Commissione europea all’importanza della libertà dei media. Il fatto che l’Italia sia sta scelta per la creazione di uno degli otto hub nazionali è un riconoscimento della qualità del Consorzio italiano, che riunisce le realtà più autorevoli in tema di contrasto alla disinformazione”.
Presente anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’editoria, Giuseppe Moles, che ha spiegato che “le fake news non nascono oggi, ma vengono amplificate dal progresso e dall’anonimato della rete”. Per questo “abbiamo intenzione di dare vita ad una serie di tavoli tecnici e di approfondimento su questi temi. Le istituzioni non possono non dare il proprio contributo. Vogliamo anche studiare una campagna di contro la disinformazione”.
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