Lo studio dell’EY Decoding the digital home study racconta l’evoluzione delle abitudini degli italiani nel mondo digitale.
La domanda di connettività e di contenuti TV e streaming in Italia resta decisamente sopra la media globale. In particolar modo c’è molta curiosità per nuovi servizi, come il metaverso, e per l’apertura a nuovi strumenti digitali che possano facilitare l’utilizzo del web, come l’intelligenza artificiale. Il 47% degli intervistati, infatti, si dicono desiderosi di sperimentare nuove soluzioni.
In compenso, il dato più interessante dello studio è un altro, e riguarda il tempo trascorso in rete. Il 41% degli italiani è, secondo EY, pronto a ridurre questo tempo di navigazione online. A livello globale il dato è molto più basso, si ferma al 33%.
Il contesto socioeconomico, secondo l’analisi, sta influendo sulle abitudini di consumo degli italiani nel mondo digitale.
La corsa dei prezzi incide sulla spesa delle famiglie, il 63% degli italiani teme un aumento dei prezzi degli abbonamenti mensili ai servizi online e il 44% delle famiglie teme di pagare troppo contenuti poco utilizzati.
Inoltre, il 38% delle famiglie italiane (35% nel mondo) è disposto a pagare un premium price per prodotti considerati sostenibili. Nonostante ciò, il 43% degli intervistati afferma che gli operatori non curino a sufficienza il fattore sostenibilità. È la fascia d’età under 45 a manifestare di più il proprio dissenso.
“Il tempo trascorso online si sta stabilizzando se non addirittura riducendo, a fronte di un aumento degli standard qualitativi richiesti dagli utenti in termini di servizi e contenuti” ha spiegato Irene Pipola, Italy TMT Leader di EY. “In questa fase, complice la forte pressione sulla spesa a causa dell’aumento dei prezzi, la domanda è volatile e gli operatori devono riformulare le loro strategie per creare valore di lungo termine e offrire servizi che soddisfino le priorità in forte evoluzione dei consumatori: sostenibilità e rapporto qualità-prezzo, senza dimenticare la partita aperta dal web 3.0 e dallo sviluppo di nuovi ambienti digitali come il metaverso”.
Un elemento che potrebbe essere significativo del desiderio degli italiani di diminuire il traffico nel mondo digitale è la questione della privacy.
La pandemia ha accelerato il processo di digitalizzazione delle famiglie italiane in maniera talmente rapida che ha lasciato degli strascichi nel pensiero comune. La preoccupazione principale dei consumatori è la tutela della propria privacy.
Il 63% degli italiani afferma di essere estremamente prudente nel condividere informazioni personali online, a fronte del 68% a livello globale. Questo numero inferiore può essere dovuto ad una conoscenza minore del mondo del web, con la digitalizzazione che è arrivata più tardi nel nostro Paese.
Gli utenti italiani si dicono preoccupati anche per l’impatto dell’uso delle tecnologie sulla propria vita. Il 34% pensa infatti spesso all’impatto negativo di internet sul proprio benessere psicofisico. La percentuale sale al 41% tra i giovani dai 18 ai 24 anni.
Inoltre, le famiglie italiane temono i contenuti illeciti, sempre più alla portata dei minori. Il 61% delle famiglie ritiene che le autorità di regolamentazione, ma anche i governi, non si stiano muovendo a sufficienza per contrastare la diffusione di contenuti dannosi online.
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