Le fake news che girano sui social – ha sottolineato Moles – devono essere una preoccupazione, dato che influiscono pesantemente sul funzionamento della democrazia. E la pandemia ha acuito tutto questo.
“La direttiva sul Copyright è un passo in avanti per la corretta informazione”.
I social rischiano di svolgere inconsapevolmente una funzione impropria, quando ad esempio si pubblica soltanto ciò che le persone vogliono sentirsi dire.
Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Giuseppe Moles, è intervenuto alla presentazione del Rapporto “Disinformazione e fake news durante la pandemia”.
“Se la comunicazione è orientata per essere condivisa e diventare virale, non è corretta informazione e quest’ultima deve essere rispettata da tutti, dai mass media come dai social media: è in gioco il futuro delle democrazie occidentali”, ha detto Giuseppe Moles.
“Bisogna distinguere fra comunicazione e corretta informazione. – ha aggiunto il sottosegretario con delega all’editoria – Con il mondo di Internet, la corretta informazione ha perso la possibilità di ogni controllo. Su questi canali di informazione anche le fake news diventano credibili, perché vengono di continuo rilanciate”.
“Abbiamo assistito a un’enorme confusione che anch’io come cittadino ho subito. Non si sapeva a chi credere fra le diverse posizioni sulla pandemia”.
Per il Sottosegretario: “E’ fondamentale riconoscere che il ruolo delle piattaforme sociali, strumenti importanti ma in alcuni casi ‘tossici’, pone questioni di carattere giuridico, tecnologico e culturale”.
“I social network oggi tendono a svolgere una funzione impropria, pubblicando in alcuni casi solo ciò che vuole ‘sentirsi dire’ il pubblico”.
In tal senso, ha concluso sull’argomento Moles, “sarebbe indispensabile che i giganti del web cooperassero con i produttori di informazioni per rendere l’ecosistema digitale sempre più sicuro e trasparente. La pandemia può essere la ghiotta occasione per sperimentare modelli sociali e istituzionali del futuro”.
In realtà, dal Rapporto emerge che, per la prima volta, i media hanno avuto difficoltà a governare un contesto di improvvisa moltiplicazione della domanda, a causa della pandemia.
Per il 49% degli italiani, infatti, la comunicazione sull’epidemia è stata confusa, per il 39,5% ansiogena, per il 34,7% eccessiva e solo per il 13,9% equilibrata.
In questo senso i media possono rappresentare validi argini contro la cattiva comunicazione poiché operano anche per la qualità dell’informazione.
Un passo in avanti in Italia, ha sottolineato Moles, “si è fatto già con il nuovo tipo di comunicazione attuata da questo governo. Siamo passati dalle conferenze stampa via social a un’informazione più chiara e concreta”.
ll sottosegretario ha spiegato come il Dipartimento Editoria, “stia lavorando a una serie di campagne di comunicazione istituzionali su vaccinazioni e riaperture”.
Quanto ai “giganti del web – ha ribadito – è indispensabile che tutti gli attori coinvolti cooperino ad una autoregolamentazione”.
“A breve con il ministro Franceschini (Ministro della cultura) e l’Agcom ci incontreremo per cominciare a dare attuazione a quello che dovrà essere il testo condiviso sul recepimento della direttiva copyright. – ha finito il sottosegretario – Se noi riusciremo come governo a trovare il giusto equilibrio, la direttiva sarà un passo in avanti per la certificazione della corretta informazione”.
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