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Milleproroghe, emendamento in Commissione alla Camera rinvia al 2024 i tagli ai contributi diretti all’editoria

Approvazione bipartisan nelle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) della Camera dei deputati e soddisfazione comune. L’esame del decreto In Aula, da oggi lunedì 22 febbraio.

I lavori nell’Aula  di Montecitorio riprendono oggi lunedì 22 febbraio alle ore 10 con l’esame del Disegno di legge di conversione del Decreto recante “Disposizioni urgenti in materia di termini legislativi, di realizzazione di collegamenti digitali, di esecuzione della decisione (Ue, Euratom) 2020/2053 del Consiglio, del 14 dicembre 2020, nonché in materia di recesso del Regno Unito dall’Unione europea (c.d. Milleproroghe) – Decreto-legge 31 dicembre 2020, n. 183 – AC 2845.

Il testo che giunge all’esame degli onorevoli, contiene un emendamento approvato sia dalla destra sia dalla sinistra che rinvia al 2022 i tagli ai contributi diretti all’editoria.

L’emendamento inserito nell’articolo 7, così recita:

«Dopo il comma 4, aggiungere il seguente:

4-bis. All’articolo 1, comma 394, della legge 27 dicembre 2019 n. 160, come modificato dal comma 10-quaterdecies dell’articolo 1 del decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2020, n. 8, le parole: “ventiquattro mesi” sono sostituite dalle seguenti: “quarantotto mesi”».

Ricapitoliamo:

Il comma 810 dell’articolo 1, della legge 30 dicembre 2018, n. 145 (Finanziaria 2019, varata dell’allora governo Lega-M5S), ha introdotto la progressiva riduzione, fino alla completa abolizione nel 2022, dei contributi diretti a favore di determinate categorie di imprese editrici di quotidiani e periodici e alle imprese radiofoniche private che svolto attività di informazione di interesse generale, già dall’ anno 2020.

L’anno successivo (e governo successivo, quello del Conte/2), la Legge Finanziaria 2020, Legge 27 dicembre 2019 n. 160, ilcomma 394, dell’articolo 1, ha stabilito che “in previsione di una revisione organica della normativa a tutela del pluralismo dell’informazione, che tenga conto anche delle nuove modalità di fruizione dell’informazione da parte dei cittadini, tutti i termini di cui all’articolo 1, comma 810, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, sono differiti di dodici mesi. Sono conseguentemente differite le riduzioni applicabili alla contribuzione diretta, di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70”.

Quindi, un differimento al 2021.

Successivamente, il comma 10-quaterdecies dell’articolo 1 del decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2020, n. 8 ha sostituito le  parole:  “dodici  mesi”  con “ventiquattro mesi”.

Pertanto, un ulteriore differimento dei tagli ai contributi diretti all’editoria fino al 2022.

Ora, con l’emendamento approvato al citato  Decreto Milleproroghe 2021, la proroga dei tagli ai contributi arriva fino al 2024.

Rifinanziata anche Radio Radicale con 2 milioni di euro. Soddisfazione da parte un po’ di tutti.

L’On. Filippo Sensi (PD) ha dichiarato su twitter: Approvati in Commissione gli emendamenti che danno un po’ di fiato a Radio Radicale e alle testate comprese nel fondo editoria. Pluralismo informativo e libertà di stampa. Una bella pagina per maggioranza e opposizione insieme”.

La foto postata da Sensi su twitter

L’on. Massimiliano Capitanio (Lega) ha precisato: “L’approvazione in Commissione Affari costituzionali e Bilancio della Camera di due emendamenti della Lega al Milleproroghe rappresentano un sostegno al pluralismo e alla storia dell’editoria. Da una parte garantiamo a Radio Radicale di mantenere accesa una voce libera e decennale, dall’altra tendiamo una mano a moltissimi giornali che hanno patito gli effetti della pandemia, garantendo contributi necessari alla loro sopravvivenza in edicola”.

(Foto in alto: Palazzo Montecitorio, da www.wikipedia.org)

uspi

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