Andrea Martella, Sottosegretario all’editoria, alla fine dell’anno fa un bilancio di tutto ciò che è già stato fatto per il settore e di ciò che è invece in programma per il prossimo futuro.
Il mondo dell’editoria ha bisogno di “una riforma organica che coinvolga tutte le parti, è proprio a partire dal lavoro fatto in questi tre mesi che fin da gennaio avvieremo, con il più ampio coinvolgimento delle parti, il cantiere di «Editoria 5.0». Una riforma è ormai indispensabile. L’intervento pubblico a sostegno dell’editoria e del sistema dell’informazione è non solo giustificato, ma addirittura “imposto” al legislatore per il rispetto del pluralismo, come la Corte Costituzionale ha recentemente ribadito. Ne va della qualità della nostra democrazia”.
1 – In riferimento alla Legge di bilancio, Martella afferma che la manovra “ha introdotto un primo e importante pacchetto di misure urgenti per il settore editoriale, al quale nei prossimi mesi farà seguito un organico intervento legislativo di riforma di tutti gli strumenti, diretti e indiretti, di pubblico sostegno all’editoria, che abbiamo chiamato «Editoria 5.0»”. Nella legge di fine anno è stato anche “confermato per il livello dell’investimento pubblico diretto, attraverso il ‘congelamento’ per un anno della riduzione dei finanziamenti all’editoria già prevista dalla precedente normativa. Questo arco di tempo lo useremo per costruire, proprio nell’ambito di «Editoria 5.0», un più efficace e inclusivo modello di sostegno pubblico”.
2 – L’altra novità riguarda la promozione della lettura di quotidiani e altri prodotti editoriali all’interno degli istituti scolastici: il Governo, per riuscire nell’impresa ha stanziato 20 milioni di euro l’anno. “Una novità che intendiamo rendere operativa al più presto, perché siamo consapevoli di quanto sia fondamentale offrire uno strumento di formazione e di educazione alla lettura critica in un Paese come il nostro, dove i dati Istat e Ocse-Pisa hanno appena raccontato di quanto siano gravi, soprattutto tra i ragazzi, i deficit di comprensione di un testo scritto”, sottolinea Martella.
3 – Sulla faccenda prepensionamenti, che tanto ha fatto discutere, il Sottosegretario ha chiarito che “dal 2020 in tutti i casi di ristrutturazione o riorganizzazione delle imprese editrici, ogni due uscite di giornalisti dovrà essere assicurata almeno una nuova assunzione, con priorità per gli under 35 e per i precari storici delle stesse imprese e di quelle dello stesso gruppo. È stata anche ammessa la possibilità di assumere giovani non giornalisti ma con profili coerenti con gli obiettivi di rilancio o funzionali alla conversione digitale: una facoltà, non certo un obbligo, affidata al confronto tra le parti, nella consapevolezza che i piani sono necessariamente oggetto di confronto collettivo, prima di essere approvati in sede ministeriale, e che solo in quella sede possono essere utilmente valutate le specifiche esigenze delle imprese”. A conclusione del discorso, come per smentire tutte le critiche sollevate negli ultimi giorni, afferma: “Nessuna unilaterale imposizione e soprattutto nessuno svilimento della professione giornalistica, quindi”.
4 – Martella non perde l’occasione per soffermarsi anche sulla questione Inpgi, spiegando chiaramente che grazie ad “una norma del decreto “Milleproroghe” abbiamo evitato, come avevamo annunciato, il commissariamento, fissando contestualmente al 30 giugno 2020 il termine inderogabile per arrivare alla definizione di un piano di messa in sicurezza dell’istituto. Come ricordato dal Presidente Conte nel corso della conferenza stampa di fine anno, sarà presto attivato un tavolo tecnico con tutte le amministrazioni interessate e ognuno sarà chiamato a fare la sua parte per garantire la stabilità e l’autonomia dell’Inpgi”.
5 – Nell’ottica di tutela della professione giornalistica, inoltre, lo scorso 4 dicembre, il Sottosegretario aveva nuovamente avviato i lavori della Commissione sull’equo compenso: “Contiamo di arrivare presto alla definizione di un nuovo quadro di regole idoneo a contrastare abusi e sfruttamento, per i professionisti dell’informazione. La lotta alla precarizzazione del lavoro giornalistico passa anche attraverso la certezza delle regole e la dignità dei compensi. È una sfida “di filiera” che coinvolge tanti segmenti. Per vincerla serve una visione d’insieme, con la partecipazione di tutti i soggetti interessati: i giornalisti, gli editori, gli stampatori, i distributori, le edicole, i lettori”.
Sulle sfide future, Martella si dice deciso a dare “al settore una nuova cornice di regole compatibile con la disciplina europea”, a lavorare sul rapporto con il web, con gli OTT e con gli algoritmi. Perché lo scopo finale è quello di “non perdere tempo e avviare un confronto di merito a tutto campo. Thomas Jefferson sosteneva che «dove la stampa è libera e tutti sanno leggere, non ci sono pericoli». Ecco, noi vogliamo lavorare per mettere le generazioni future al riparo da questi pericoli”.
Insomma, per il Sottosegretario con delega all’editoria, “il sistema editoriale attraversa, da almeno un decennio, una crisi profonda e per molti versi inedita, per natura e dimensione. È una crisi sistemica e strutturale, alla quale sarà possibile dare risposta non solo adottando misure urgenti, che pure sono indispensabili, ma anche e soprattutto individuando un nuovo paradigma d’intervento, che orienti stabilmente ed efficacemente le politiche di sostegno per i prossimi anni”.
C’è molto lavoro da fare, i buoni propositi non mancano e, in ogni caso, chi ben comincia è a metà dell’opera.