Martella, campagna istituzionale contro la pirateria, “Fenomeno corrosivo e sfuggente”

I dati del mercato illegale dell’editoria sono sconcertanti: 528 milioni di euro rubati, un quarto del giro d’affari totale (esclusi i libri scolastici e l’export), con un danno complessivo per il sistema Paese di 1,3 miliardi e 8.800 posti di lavoro persi.

A fronte di ciò, durante l’occasione del Convegno «La pirateria nel mondo del libro», tenutosi presso il Ministero dei Beni culturali, il Sottosegretario all’Editoria, Andrea Martella, ha lanciato una nuova campagna del Governo per arginare la problematica. Nei piani del Governo c’è anche, oltre alla lotta contro chi copia e diffonde in modo illegale libri e giornali, un progetto che permetterebbe a giovani, anziani e famiglie dedurre fiscalmente, almeno in parte, questi costi.

Per Martella “quello che ci troviamo a dover combattere è un fenomeno corrosivo, sfuggente, un crimine senza alcuna giustificazione, che distrugge e penalizza la nostra industria culturale, il petrolio del nostro Paese, e perpetrato quasi sempre nella piena consapevolezza della sua illiceità e della difficoltà ad essere perseguiti per tale condotta”. Ecco perché, secondo il Sottosegretario, “bisogna partire da più lontano ed agire sulla scuola e sull’educazione: stigmatizzare la pirateria verso libri e giornali come socialmente riprovevole, educare al valore della lettura come atto sociale e di formazione democratica, anche ai diritti individuali, come quello della giusta retribuzione per il lavoro svolto. Al tempo stesso bisogna offrire appoggio alle famiglie. Il bonus cultura, la App 18, la carta cultura per promuovere la lettura dei libri, e con l’ultima legge di bilancio anche dei giornali, è uno strumento che sta funzionando bene. L’utilizzo della leva fiscale, cioè la deducibilità dei costi sia pure articolata, va rafforzato ed esteso. Certo sarà in modo graduale, iniziando dai giovani e dagli anziani per poi estendersi, ma questo sarà oggetto prossimamente di riflessione da parte del governo”.

Ma come si contrasta un fenomeno sfuggente e iper ramificato come quello della pirateria? “E’ un fenomeno pulviscolare, diffuso su tutto il territorio e con infiniti atti singoli, difficile da perseguire. Ciò nonostante ogni anno sequestriamo 50 mila opere. Ma la repressione non è la strada principale, bisogna cambiare modo di pensare alle norme di contrasto, svincolarsi dall’idea che in Italia ‘vale’ solo l’omicidio come reato. Una sanzione di 154 euro per chi acquista un prodotto piratato non è la strada corretta”, osserva il generale comandante del Nucleo speciale Bene e Servizi della Guardia di Finanza, Renzo Nisi.

Anche il Presidente AGCOM, Angelo Cardani, interviene sull’argomento, concordando con il Sottosegretario che il vero punto di partenza è l’educazione dei giovani, sin dalla prima infanzia: “La smagliatura è proprio la percezione di attività illegale, il problema è un problema educativo. Il nostro sistema scolastico fino all’università è un sistema che, se fa bene il proprio lavoro, istruisce ma non educa, in un panorama in cui le famiglie sono spesso assenti. Serve un serio investimento in educazione civica”.

Il tema è sicuramente caro a molti ma, purtroppo, poco risolvibile secondo la maggioranza e i dati lo confermano: l’84% degli intervistati nell’ambito del sondaggio Ipsos, presentato durante il Convegno, si dichiarano consapevoli dell’illiceità della pirateria, ma il 66% ritiene che è impossibile che il pirata possa venir punito.