L’Ordine dei Giornalisti della Lombardia ha vinto una piccola grande battaglia che riguarda una categoria da sempre poco tutelata dai legislatori: i giornalisti freelance.
Nella giornata di giovedì 12 marzo, il Presidente Alessandro Galimberti a nome del Consiglio della Lombardia ha inviato al Premier Giuseppe Conte e al Sottosegretario con delega all’Editoria, Andrea Martella, una lettera contenente “una richiesta da inserire nel decreto legge ‘misure urgenti per imprese, lavoro e famiglia’. Indennità immediata da 500 euro per i giornalisti non subordinati/parasubordinati e la sospensione dei contributi previdenziali e assistenziali come primo tampone per la drammatica congiuntura, in attesa di interventi più strutturali in fase di conversione del Dl”.
La tutela della professione passa anche dal riconoscimento del lavoro di tanti professionisti spesso non considerati o tutelati nella maggior parte delle norme di settore.
Poi la buona notizia. “Reddito di ultima istanza. L’articolo 44 del decreto legge ‘Covid 3’ pubblicato sulla Gazzetta ufficiale di oggi ha recepito la richiesta dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia”.
Come funziona il sostegno al reddito? Ne hanno diritto i professionisti e i pubblicisti iscritti all’Inpgi2. Per ottenerlo bisogna dimostrare di aver ridotto, sospeso o cessato l’attività o i rapporti di lavoro (commesse/committenti) per effetto delle misure di contenimento dell’epidemia adottate dal governo (calo del fatturato/compensi, interruzione o mancato rinnovo di collaborazioni etc).
“Per ora è una misura straordinaria legata agli effetti del primo decreto Coronavirus (che allo stato è efficace fino al 3 aprile prossimo). Ma se verranno reiterate le misure di restrizione, è ragionevole attendersi che verrà replicato questo sostegno al reddito giornalistico. Il “Fondo per il reddito di ultima istanza” ha una copertura di 300 milioni per il 2020, ma riguarda tutte le casse previdenziali privatizzate (professionali)”.
L’OdG Lombardia si dichiara molto orgoglioso per il recepimento della proposta presentata. “Per la prima volta la categoria più fragile e dimenticata di una professione fragile è stata ‘vista’ dal legislatore. Da Milano siamo molto orgogliosi del risultato, un primo passo -piccolissimo, incompleto ma reale- per cambiare il verso delle cose”.
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