L’evoluzione dell’intelligenza artificiale (IA) è l’oggetto dell’AI Index Report redatto dall’Università di Stanford, e più precisamente l’Institute for Human-Centered Artificial Intelligence (HAI).
Per il quinto anno consecutivo lo studio raccoglie e analizza i dati relativi all’evoluzione della tecnologia, l’aumento degli investimenti privati e il problema dei “pregiudizi”.
I dati principali
Crescono gli investimenti privati nell’IA e la stessa concentrazione degli stessi. Nel 2021 i provati hanno investito circa 93,5 miliardi di dollari, ovvero più del doppio rispetto al 2020.
Migliorano, e di molto, i modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM), algoritmi di apprendimento profondo (deep Learning) addestrati su enormi quantità di dati. Di conseguenza, tutti i sistemi di IA sono diventati più accessibili dal punto di vista economico. “Dal 2018, il costo per addestrare un sistema di classificazione delle immagini è diminuito del 63,6%, mentre i tempi di addestramento sono migliorati del 94,4%”.
Come per ogni tecnologia che diventa sempre più di utilizzo pubblico, aumenta a livello globale la legislazione. Vale anche per l’IA che si trova oggetto dei disegni di legge in 25 paesi.
Nell’Unione europea è al vaglio degli organi competente l’AI Act (Artificial Intelligence Act). Il testo ha ancora delle problematiche strutturali ancora in discussione, come quelle relative alla necessità di armonizzare il “gran numero di testi giuridici sul digitale” per garantire uniformità tra le diverse norme.