Google non ha contestato i fatti, ma ha proposto un accordo con l’Autorità, che ha accolto la soluzione.
In seguito alle denunce di News Corp Inc, del gruppo Le Figaro (poi ritirata)e del gruppo Rossel La Voix, l’Autorità francese per la concorrenza ha emesso ieri, 7 giugno, una decisione che condanna Google a pagare 220milioni di euro. L’accusa: aver abusato della sua posizione dominante sul mercato degli ad server per gli editori di siti web e applicazioni mobili.
L’Autorità ha riscontrato che Google ha riservato un trattamento preferenziale per le sue tecnologie di proprietà, offerte sotto il marchio Google Ad Manager, a scapito dei suoi concorrenti ed editori.
E ciò è avvenuto sia per quanto riguarda il funzionamento dell’ad server DFP (che permette agli editori di siti web e applicazioni di vendere i loro spazi pubblicitari), sia per la sua piattaforma di offerta SSP AdX (che organizza i processi di offerta che permettono agli editori di vendere le loro “impressioni” o inventario pubblicitario agli inserzionisti).
Le pratiche in oggetto della denuncia sono particolarmente gravi perché hanno penalizzato i concorrenti di Google sul mercato SSP e gli editori di siti web e applicazioni mobili.
Tra questi, ‘les groupes de presse’ – compresi quelli che sono all’origine del rinvio dell’Autorità – che sono stati seriamente colpiti, soprattutto perché il loro modello economico è stato seriamente indebolito dal calo delle vendite di abbonamenti cartacei e dalla diminuzione dei ricavi pubblicitari associati.
L’Autorità ricorda che una impresa in posizione dominante ha la particolare responsabilità di non compromettere una concorrenza effettiva. E di non falsarla attraverso un comportamento che non è legato al merito.
Google, che non ha contestato i fatti, ha voluto beneficiare della procedura di composizione.
L’Autorità ha accolto la sua richiesta.
Google ha offerto impegni per migliorare l’interoperabilità dei servizi di Google Ad Manager con soluzioni di ad server e piattaforme di ad serving di terzi e per porre fine alle disposizioni che favorivano Google. L’Autorità ha accettato questi impegni e li ha resi vincolanti nella sua decisione.
Isabelle de Silva, Presidente dell’autorità francese della concorrenza, ha commentato: “La decisione che sanziona Google è particolarmente significativa perché è la prima decisione al mondo ad esaminare i complessi processi di offerta algoritmica con cui opera la pubblicità online”.
“L’inchiesta, condotta in modo particolarmente rapido, – ha precisato la Presidente – ha rivelato i processi con cui Google, facendo affidamento sulla sua considerevole posizione dominante sui server di annunci per siti e applicazioni, si è favorito rispetto ai suoi concorrenti sia sui server di annunci che sulle piattaforme SSP”.
“Queste pratiche molto gravi hanno penalizzato la concorrenza nel mercato emergente della pubblicità online e hanno permesso a Google non solo di conservare ma anche di aumentare la sua posizione dominante”, ha sottolineato de Silva.
“Questa sanzione e questi impegni – ha infine concluso -ripristineranno la parità di condizioni per tutti les acteurs e la capacità degli editori di ottenere il massimo profitto dai loro spazi pubblicitari”.
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