Un allegato alla Relazione Annuale è appositamente dedicato all’emergenza epidemiologica Covid-19 che ha visto profondamente coinvolti i mercati sottoposti alla regolazione e vigilanza dell’Autorità.
L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha pubblicato sul proprio sito istituzionale la Relazione Annuale 2020 sulle attività svolte e i programmi di lavoro.
“Oggi, e nel prossimo futuro, il nostro Paese dovrà affrontare una nuova crisi economica, generata, questa volta, dall’emergenza legata al Covid-19. È presto ancora per avanzare previsioni di carattere generale, ma abbiamo ritenuto opportuno fornire una prima analisi dell’impatto che essa ha avuto sui mercati oggetto della nostra regolamentazione”, scrive il Presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Angelo Marcello Cardani, nella premessa della Relazione.
L’emergenza legata al coronavirus, scrive Cardani, “ha mostrato anche quanto rilevante sia stata l’evoluzione alla quale è stata sottoposta la missione affidata all’Autorità in tema di tutela del pluralismo e della parità di accesso ai mezzi di informazione. La profonda mutazione che ha caratterizzato il sistema dell’informazione in questi anni ha imposto nuovi strumenti d’analisi e interventi regolamentari innovativi”.
Ne riportiamo un’ampia sintesi:
L’azione di AGCOM nel corso dell’emergenza Covid-19
Per favorire la più ampia accessibilità a servizi e reti di comunicazioni elettroniche, l’articolo 82 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, cd. decreto “Cura Italia”, ha ribadito il ruolo di AGCOM quale autorità competente per eventuali modifiche, integrazioni o deroghe alla regolamentazione ordinaria, che si rendano necessarie per far fronte all’emergenza, assicurando la concorrenza nei mercati delle infrastrutture e dei servizi e, al contempo, la tutela degli utenti. A fronte di questa norma e delle disposizioni che lo stesso decreto ha dettato anche in materia di servizi postali (articolo 108), l’Autorità ha assunto un primo pacchetto di decisioni volte a garantire il funzionamento dei servizi di pubblica utilità e l’avvio di iniziative per tener conto del quadro di emergenza e delle sopravvenute necessità delle strutture pubbliche coinvolte nella gestione della crisi, delle famiglie e delle imprese, per contribuire al superamento dello stato di crisi e agevolare il ritorno alla normalità.
In particolare, al fine di indicare soluzioni per la gestione delle urgenze da affrontare, sono stati istituiti quattro Tavoli sui diversi ambiti del settore delle comunicazioni: comunicazioni elettroniche, servizi postali, media tradizionali, e piattaforme online. L’istituzione dei Tavoli si fonda sull’opportunità di valorizzare una funzione da sempre assolta dall’AGCOM, quale presidio indipendente ed equidistante da tutti gli attori dei mercati regolati.
I Tavoli Covid-19 trattano temi ritenuti prioritari:
– il Tavolo “Telco e consumatori” è incaricato di coordinare le azioni volte al potenziamento e alla sicurezza di reti e servizi di telecomunicazioni, alla protezione, facilitazione e accessibilità di servizi digitali a favore dei consumatori;
– il Tavolo “Servizi postali” è preposto alla riorganizzazione e all’esercizio degli uffici e servizi postali e di consegna dei pacchi;
– il Tavolo “Servizi media” coordina le funzioni di vigilanza e controllo sui fornitori di servizi di media audiovisivi con particolare riguardo a programmi e contenuti riguardanti l’epidemia e l’emergenza sanitaria;
– il Tavolo “Piattaforme digitali e big data” coordina gli attori del sistema dell’online e dei big data, al fine di promuovere meccanismi di autoregolamentazione volti a contrastare fenomeni di disinformazione relativi all’emergenza epidemiologica.
La Figura 1 illustra le principali azioni messe in campo dall’Autorità, evidenziando il rapporto tra l’attività di coordinamento dei Tavoli e le misure di regolamentazione e vigilanza adottate nei vari settori di intervento dell’AGCOM.
1. Le comunicazioni elettroniche
Nel settore delle comunicazioni elettroniche, il perno intorno a cui ruotano le misure adottate nei primi mesi della emergenza ha riguardato la garanzia di adeguata connettività ai consumatori e alle imprese di tutti i settori dell’economia nazionale. Il lockdown ha infatti comportato: un improvviso e massiccio ricorso a forme di telelavoro e lavoro agile, e alla didattica online nel sistema di istruzione pubblica e privata, compresa quella universitaria; un aumento generalizzato dei consumi di servizi di accesso a internet per l’organizzazione di eventi online; la fruizione di servizi e contenuti digitali, compresi quelli di informazione e di intrattenimento.
Alla crescente domanda di connettività per far fronte alle misure di distanziamento sociale da parte di imprese, scuole, ASL, pubbliche amministrazioni e cittadini, l’obiettivo prioritario per l’AGCOM è stato quindi garantire il funzionamento delle reti, anche attraverso una capacità di banda sufficiente per i servizi essenziali, nonché l’operatività e la continuità dei servizi di telecomunicazioni.
In tal senso, AGCOM ha messo in campo un monitoraggio del traffico misurato attraverso i seguenti KPI (Key Performance Indicator), sia su rete fissa sia su rete mobile: intensità e volume del traffico dati, intensità e volume del traffico voce. I dati di monitoraggio del traffico dati e voce su rete fissa e mobile sono oggetto di pubblicazione sul sito web istituzionale dell’Autorità con cadenza settimanale: al 31 maggio 2020 risultano pubblicati 20 report. Alla rilevazione hanno partecipato 24 operatori di rete fissa, pari a circa il 99% del mercato, e 8 operatori di rete mobile, pari a circa il 97% del mercato. Il monitoraggio ha permesso di registrare un significativo aumento del traffico dati e voce nel corso del periodo di lockdown (dal 9 marzo 2020 al 3 maggio 2020), trend che si è progressivamente ridotto con l’inizio della c.d. fase 2 (a partire dal 4 maggio 2020). Tali fenomeni – in incremento e in riduzione – sono più evidenti per la rete fissa.
Ciò ha reso necessario il ricorso a soluzioni temporanee di gestione del traffico in rete per evitare i rischi di congestione e garantire continuità dei servizi.
Ulteriori misure, volte a facilitare la diffusione del lavoro agile e l’e-learning, hanno riguardato l’approvazione di proposte di TIM e di Open Fiber finalizzate rispettivamente a garantire la riduzione dei contributi di migrazione e la riduzione del preavviso per l’apertura alla commercializzazione dei ROE (ripartitore ottico di edificio).
Tali proposte, attuative del decreto “Cura Italia”, si fondano su una logica di riduzione dei costi all’ingrosso al fine di incentivare la più ampia disponibilità di servizi a banda ultralarga, e di assicurare la fruibilità delle applicazioni per il lavoro agile, così da ridurre la mobilità sul territorio dei cittadini lavoratori.
2. I servizi postali
Con l’emergenza epidemiologica l’erogazione dei servizi postali ha evidenziato due tipi di problematiche:
– da un lato, la necessità di riorganizzare i servizi al fine di garantire il rispetto delle misure in materia di distanziamento sociale;
– dall’altro, la maggiore pressione sui servizi di spedizione dovuta all’incremento degli acquisti attraverso le piattaforme online e i relativi servizi di e-commerce.
In considerazione delle diverse esigenze emerse sia tra le imprese sia tra gli utenti del settore, il nodo centrale per l’Autorità ha riguardato il contemperamento tra obiettivi di garanzia della continuità delle prestazioni ordinarie e la tutela del diritto alla salute dei consumatori e degli addetti al servizio postale.
In particolare, con l’articolo 108 del decreto “Cura Italia” sono state introdotte regole volte a ridurre i rischi epidemiologici legati alle modalità ordinarie di erogazione dei servizi, sia per quanto riguarda gli uffici postali sia per le spedizioni dei corrieri. A fronte delle limitazioni introdotte, è stata necessaria un’azione regolamentare e di coordinamento continuo con gli operatori del settore che si è tradotta nell’istituzione del summenzionato Tavolo tecnico. Nell’ambito di questa azione di coordinamento, l’Autorità ha esercitato anche una funzione di vigilanza sulle modalità di svolgimento dei servizi e di organizzazione degli uffici postali, o delle altre sedi aperte al pubblico, valutandole secondo criteri di proporzionalità e ragionevolezza in relazione al preminente interesse di salvaguardia della salute.
La vigilanza ha riguardato altresì le forme di comunicazione al pubblico da parte degli operatori, improntate a principi di chiarezza, completezza e tempestività. Per gli utenti, in particolare, l’Autorità ha messo a disposizione un elenco facilmente accessibile di link alle modalità di erogazione dei servizi postali pubblicati dai principali operatori del settore.
L’interlocuzione con le imprese ha riguardato, in particolare, Poste Italiane, in qualità di fornitore del servizio universale. L’operatore ha da subito informato l’Autorità sulle misure urgenti adottate in stretto coordinamento ed in conformità a quanto stabilito dal Governo e dalla Protezione Civile: dalla chiusura di alcuni uffici postali, alle particolari modalità di consegna di alcune categorie di raccomandate, assicurate e pacchi a domicilio.
L’interlocuzione con Poste Italiane ha riguardato anche l’avvio di iniziative per ridurre il più possibile l’afflusso dei clienti negli uffici postali e per riorganizzare il servizio a fronte di un flusso di volumi rimasto costante, nonostante l’evidente mutamento delle condizioni operative. Si è provveduto a programmare e scaglionare il pagamento delle pensioni del mese di aprile e, nello stesso periodo, è stata disposta la sospensione, per una settimana, dell’accettazione della corrispondenza indescritta nazionale spedita dai clienti attraverso i centri di accettazione business.
Poste Italiane, su sollecitazione dell’Autorità, ha assunto l’impegno di garantire la continuità di accettazione degli invii di corrispondenza degli operatori postali alternativi nelle zone da questi ultimi non coperte.
Per ridurre, nel contesto emergenziale, i volumi di posta ordinaria, l’Autorità ha avviato una proficua interlocuzione non solo con le imprese da essa regolate, ma anche con le autorità di regolamentazione di altri settori (ARERA, Banca d’Italia e IVASS) considerando che i principali utilizzatori di servizi postali appartengono ai settori bancario, delle utilities e delle assicurazioni, i cui invii rappresentano complessivamente circa il 60% del totale degli invii di Poste Italiane del segmento business. In quest’ottica, gli operatori hanno assunto l’impegno di sospendere temporaneamente tutte le comunicazioni cartacee non essenziali.
A fronte dell’aumento considerevole di acquisti online, soprattutto per alcune categorie di prodotti (es. alimentari, farmaceutici, elettronica) e, considerata la sussistenza di regole di distanziamento fisico, le misure adottate si sono fondate sulla considerazione che i servizi di consegna pacchi avrebbero mantenuto ancora significativi volumi. La distribuzione tramite armadietti automatici (c.d. parcel lockers), collocati di norma in aree frequentate consuetudinariamente dagli utenti oppure in condomini di abitazioni o uffici (c.d. parcel boxes), è sembrata essere la soluzione più idonea, rispetto alle modalità ordinarie di consegna, a mantenere il distanziamento fisico, azzerando le occasioni di contatto tra operatore di consegna e destinatario.
3. I servizi media
Nel pieno dell’emergenza sanitaria, preso atto di alcuni elementi di criticità nella divulgazione delle informazioni inerenti al tema, rese evidenti dal monitoraggio d’ufficio, è stata rilevata la necessità di richiamare i fornitori di servizi di media audiovisivi e radiofonici a garantire, in ossequio ai principi sanciti a tutela di una informazione corretta ed obiettiva, una adeguata copertura informativa sul tema del Covid-19, ponendo in essere ogni sforzo per assicurare la testimonianza di autorevoli esperti del mondo della scienza e della medicina allo scopo di fornire ai cittadini utenti informazioni verificate e fondate (delibera n. 129/20/CONS).
In particolare, nel prendere atto del considerevole aumento della platea televisiva nelle diverse fasce di ascolto e, segnatamente, in quelle serale e pre-serale, e del conseguente adattamento dei palinsesti delle diverse emittenti nazionali, l’Autorità ha richiamato tutti i fornitori ad assicurare una adeguata informazione sullo stato di emergenza sanitaria e, in particolare, in via prioritaria, un’informazione particolarmente attenta ai canoni di correttezza e obiettività, responsabilizzando in tal senso le emittenti in quanto esercenti una funzione di interesse generale.
Con lo stesso provvedimento, l’Autorità ha ritenuto di rivolgere anche ai fornitori di piattaforme per la condivisione di video, l’invito a adottare ogni più idonea misura volta a contrastare la diffusione in rete, e in particolare sui social media, di informazioni relative al coronavirus non corrette o comunque diffuse da fonti non scientificamente accreditate.
L’attività delle piattaforme audiovisive è stata anche oggetto di un intenso lavoro di cooperazione internazionale, nel cui ambito si segnala la duplice iniziativa assunta dall’ERGA di estendere le attività di analisi e monitoraggio in tema di disinformazione, già programmate per il 2020, anche al fenomeno della disinformazione online sui temi Covid-19 e di avviare un’analisi degli impatti di natura economica sul comparto audiovisivo conseguenti alla pandemia
4- Le piattaforme online
Le piattaforme digitali, i big data e il sistema dell’informazione online giocano un ruolo chiave per la gestione dell’emergenza Covid-19 in Italia e nel mondo. A livello globale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha invitato gli Stati a intraprendere specifiche misure di contrasto alla diffusione di informazioni sull’epidemia non sempre accurate e corrette che ha causato una crisi nella crisi a danno di cittadini e utenti, chiamati a cooperare con le istituzioni per porre in essere efficaci misure di precauzione e prevenzione del contagio e, al contempo, disorientati dalla circolazione di notizie false o fuorvianti sui comportamenti da adottare.
Parallelamente, la stessa OMS e le istituzioni europee e nazionali hanno individuato nell’impiego dei big data e, in particolare, nello sviluppo di tracing app – app di tracciamento fondate sui dati di geolocalizzazione – sistemi efficaci per il contrasto alla diffusione del contagio, aprendo un dibattito interno agli Stati e all’Europa su condizioni e limiti per lo sviluppo di tali sistemi.
Alla luce di queste problematiche e delle misure adottate dal Governo italiano, il Tavolo tecnico con gli attori del sistema dell’informazione online ha avviato azioni di contrasto della disinformazione online su temi medico-sanitari e relativi al contagio.
In particolare, tra le iniziative assunte da Agcom, vi è la costituzione di una task force di data science sul tema della disinformazione online. I componenti della task force sono partner di ricerca dell’Autorità che si sono offerti di supportare pro bono il regolatore per la produzione di analisi quantitative e dati di monitoraggio. La task force di data science coinvolge prestigiosi centri di ricerca e istituzioni accademiche, tra cui il Dipartimento di Fisica dell’Università “Sapienza”di Roma, l’Istituto Enrico Fermi di Roma, l’Istituto dei Sistemi Complessi del Consiglio Nazionale delle Ricerche, il Research Institute for Complexity dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.
L’Autorità ha instaurato un proficuo confronto con tutti i gestori delle piattaforme online afferenti ai gruppi Amazon, Bytedance (TikTok), Facebook (Facebook, Instagram, WhatsApp), e Google (Google Search, YouTube, e altri servizi), al fine di conoscere le misure di contrasto alla disinformazione attuate dalle suddette società. In particolare, si è inteso agire su diversi fronti:
– il monitoraggio della disinformazione online in continuità con precedenti iniziative e metodologie consolidate, ma con una specifica attenzione rivolta alle questioni emerse con l’emergenza Covid-19;
– la trasparenza e la responsabilizzazione degli utenti delle piattaforme online ai quali vengono messi a disposizione una serie di strumenti, tra cui una pagina web dedicata, per orientarsi nel sistema dell’informazione online e utilizzare autonomamente strumenti di verifica indipendenti come i servizi di fact-checking;
– la cooperazione interistituzionale attraverso la partecipazione a reti di esperti sui temi della disinformazione e dei big data.
È stato possibile analizzare, con dati quantitativi, il trend via via crescente di informazione e disinformazione prodotta sul coronavirus e l’incidenza dei contenuti veicolati da siti di disinformazione sul totale delle notizie sul coronavirus divulgate online.
Sul fronte della trasparenza per i cittadini, è stata avviata la sperimentazione di un servizio di fact-checking indipendente su WhatsApp, quale strumento di autoregolamentazione delle piattaforme online. Il servizio in parola è un progetto pilota proposto da Facebook per il contrasto della disinformazione sulla piattaforma WhatsApp, che rappresenta un unicum a livello mondiale.
L’Autorità ha poi costituto un gruppo interistituzionale con il Garante Privacy per valutare congiuntamente le iniziative delle piattaforme online da un punto di vista olistico che contempli sia il diritto all’informazione, che quello alla privacy.