«La mia pazienza ha raggiunto il limite» – ha avvertito la Commissaria Ue alla Giustizia Vera Jourova – ormai «sono due anni che dialoghiamo, non voglio vedere progressi ma risultati».
L’Unione Europea ne ha abbastanza. Pretende che Facebook si adegui entro fine anno alla “operazione trasparenza” sui termini di utilizzo del social e dei servizi che offre, oppure potranno scattare sanzioni da parte delle Autorità nazionali di tutela dei consumatori. Termine ultimo: fine anno.
Ora che anche Airbnb, è venuta incontro alle richieste trovando un’intesa con Bruxelles per rendere più chiaro il sistema dei prezzi degli appartamenti in affitto e le clausole contrattuali e di utilizzo, è tempo che pure Facebook chiarisca i termini di servizio e l’utilizzo dei dati e dei contenuti degli utenti.
«La mia pazienza ha raggiunto il limite.» – ha minacciato Jourova il 20 settembre scorso – «Sto diventando impaziente: sono due anni che dialoghiamo, non voglio vedere progressi ma risultati».
In caso contrario scatteranno multe per la Società di Menlo Park: «È giunto il momento di azioni concrete e non più delle promesse. – ha soggiunto la Commissaria – Se i cambiamenti richiesti non saranno attuati entro fine anno faccio appello alle autorità dei consumatori per agire rapidamente e sanzionare la società».
Nello specifico, Bruxelles contesta alla piattaforma la poca “trasparenza” sui termini di servizio di aprile che contengono una «presentazione fuorviante delle caratteristiche principali dei servizi di Facebook». La Società, infatti, comunica agli utenti che i loro dati e contenuti vengono usati solo per migliorare la loro “esperienza” complessiva del social, senza menzionare però con chiarezza che questi vengono utilizzati anche a scopo commerciale.
Facebook abbassa i toni, assicurando che farà ulteriori aggiornamenti sebbene ritenga di avere già fatto molto. «Continueremo la nostra stretta cooperazione con la Commissione Ue» – ha assicurato il social network, garantendo la volontà di «fare gli aggiornamenti appropriati». Secondo Facebook, però: «I nostri termini sono molto più chiari su cosa sia e non sia consentito, grazie all’aggiornamento di maggio che include la stragrande maggioranza dei cambiamenti che la Commissione Ue e la Rete per la cooperazione sulla protezione dei consumatori (Cpc Network) avevano proposto fino ad allora».
(Foto in alto: Věra Jourová, da https://commons.wikimedia.org, Autori Reinis Inkēns, Saeimas Kanceleja, cropped by Maliepa – licenza CC BY-SA 2.0)