Sarà Ivrea la Capitale italiana del Libro per il 2022. Lo ha annunciato il ministro della Cultura Franceschini. Succede a Vibo Valentia.
Ivrea è stata la scelta della giuria presieduta da Marino Sinibaldi, Presidente del Centro per il libro e la lettura. E composta da Gerardo Casale, Stefano Eco, Cristina Loglio e Valentina Sonzini.
Gli altri sette Comuni finalisti erano Aliano, Barletta, Costa di Rovigo, Nola, Pistoia, Pescara e Pordenone. Ivrea succede a Chiari nel 2020,e a Vibo Valentia nel 2021.
Il tema scelto per il dossier di candidatura è stato “La visione comunitaria che ha caratterizzato il periodo olivettiano”. La sua elaborazione ha coinvolto oltre 50 persone e 7 community del mondo del libro.
Inevitabile il richiamo a un oggetto-simbolo: la Lettera 22, la mitica macchina da scrivere portatile ideata dalla Olivetti, divenuta un’icona mondiale.
Il progetto della Città a cui viene conferito il titolo di “Capitale italiana del libro” è finanziato con mezzo milione di euro dalla Direzione generale Biblioteche e diritto d’autore. Erogato tramite il Centro per il libro e la lettura.
Ivrea, la romana Eporedia, è la prima capitale del Regno d’Italia con Re Arduino nel 1002 d.C.
La Città mantiene tuttora le tracce del suo passato antico evocato, nella parte più alta della Città. Dal Castello “dalle rosse torri”, dal Duomo di Santa Maria Assunta e dal Palazzo del Vescovado.
Ivrea è celebre in tutto il mondo per il suo storico Carnevale, che culmina con la famosissima “battaglia delle arance”.
Nei primi decenni del ‘900, Ivrea fu investita da un processo industriale. Che raggiunse l’apice con l’Olivetti e il progetto industriale e socio-culturale di Adriano Olivetti. “Ivrea città industriale del XX secolo” è iscritta nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO dal 2018.
Questa la motivazione della giuria:
“La candidatura di Ivrea si segnala per la capacità di mettere in rete le molteplici energie del territorio. Di offrirsi alla dimensione internazionale, di proporsi come luogo dove si immagina il futuro del libro e la lettura. La straordinaria eredità culturale e tecnologica della città è rivendicata senza nessun orgoglio campanilistico. Ma come forza propulsiva del progetto di città Capitale e come ispirazione di una visione che può diventare un modello all’altezza dei nostri tempi.
L’attenzione alle nuove dimensioni digitali dell’esperienza culturale rappresenta un ulteriore elemento di forza che sarà messo a disposizione non solo della comunità locale. Infine l’attenzione all’attività di comunicazione potrà rendere il titolo di città Capitale del Libro sempre più significativo. Contribuendo nell’indicare nella cultura – in particolare nella cultura del libro e della lettura – un elemento di coesione e di condivisione per le nostre comunità alle prese con le ferite della pandemia”.
Il ministro della Cultura Dario Franceschini – nel corso della cerimonia – ha sottolineato come questo sia certamente un “momento positivo per il libro e la lettura, ma credo che l’azione migliore sia lavorare intorno alla crescita dei lettori”.
In questi anni, ha aggiunto Franceschini: “Abbiamo messo in atto misure importanti, ma serve un impegno di tutti. La Capitale del Libro è un meccanismo virtuoso che crescerà anno per anno come la Capitale della Cultura”.
(Foto in alto: Ivrea, veduta – da www.wikipedia.org – di Plumbago Capensis, Opera propria – licenza CC BY-SA 4.0)
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