L’implementazione dell’Intelligenza Artificiale (IA) in ambito giornalistico è già realtà in molti Paesi europei.
Aziende editoriali come Axel Springer in Germania e Daily Mirror e Daily Express nel Regno Unito hanno avviato sperimentazioni per indagare le possibilità dell’IA. Tra queste, l’utilizzo di software come ChatGPT per una rapida aggregazione di notizie.
È ora di farsi da parte
Il lavoro del giornalista è messo in discussione dalle macchine. Mathias Doepfner, CEO del gruppo Axel Springer, ritiene giusto che i giornalisti lascino spazio alle più efficienti tecnologie.
“L’intelligenza artificiale ha il potenziale per migliorare il giornalismo indipendente – o semplicemente sostituirlo. Comprendere questo cambiamento è essenziale”. Doepfner giustifica così la sua scelta, che verrà accompagnata da inevitabili tagli al personale.
Il timore italiano
Al momento, nel nostro Paese non sono ancora noti esperimenti di questo genere.
Alberto Barachini, sottosegretario con delega all’Informazione e all’Editoria, segue attentamente questa evoluzione. “Non è fantasia, […] e dobbiamo vigilare per salvaguardare l’operato di tanti professionisti”.
Il giornalista, continua Barachini, “mette il suo lavoro a disposizione della comunità. Per questo penso che il ruolo dell’informazione sia decisivo e vada sostenuto“.
Articolo di D.M.