L’Italia diciottesima nel nuovo indice annuale Ue della digitalizzazione dell’economia e della società (Desi) 2022.
Nel dettaglio, miglioriamo nella connettività e nell’integrazione tecnologica. Ancora indietro il capitale umano, la digitalizzazione delle PMI e le competenze digitali di base.
In generale, la classifica Desi vede in testa Finlandia, Danimarca, Paesi Bassi e Svezia. Romania, Bulgaria e Grecia in coda.
Anche i Paesi più digitali dell’Ue “sperimentano carenze in settori chiave” come l’uso dell’intelligenza artificiale e dei big data o carenze di competenze, osserva la Commissione europea.
Solo il 54% degli europei tra i 16 ei 74 anni possiede almeno “competenze digitali di base”, e l’obiettivo dell’80% nel 2030 sembra ancora lontano. Inoltre, “sebbene 500mila specialisti delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict) saranno entrati nel mercato del lavoro tra il 2020 e il 2021, i 9 milioni presenti nell’Unione non sono sufficienti per colmare le carenze” delle aziende.
Inoltre, solo l’8% delle aziende utilizza l’intelligenza artificiale e il 14% i big data (obiettivo: 75% nel 2030).
Tra le PMI, solo il 55% “ha raggiunto almeno un livello di digitalizzazione di base” rispetto all’obiettivo del 90% entro il 2030.
Solo due anni fa eravamo al 25° posto su 27 Paesi membri. Solo un anno fa, nel 2021, eravamo ventesimi.
Miglioriamo, quindi, ma per farlo ancora “è assolutamente necessario un deciso cambio di passo nella preparazione dell’Italia in materia di competenze digitali” e “specialisti Ict”, osserva Bruxelles. “Oltre la metà dei cittadini italiani non dispone di abilità digitali di base” e “la percentuale degli specialisti digitali nella forza lavoro è inferiore alla media”.
Torniamo al 25° posto, invece, per quanto riguarda il capitale umano. Ad oggi, si legge nell’analisi Ue, il 40% degli utenti italiani usa i servizi pubblici digitali (contro una media Ue del 65%), in aumento di 10 punti percentuali tra il 2020 e il 2022, ma non ancora abbastanza.
Anche la digitalizzazione delle imprese procede, con il 60% delle PMI che ha ormai raggiunto almeno un livello base di intensità digitale e con il cloud in aumento, ma la diffusione di big data e intelligenza artificiale “è ancora limitata”.
Nella connettività, invece, i progressi sono decisamente evidenti. Il nostro Paese è tra i migliori 7 d’Europa.
Bruxelles rileva “progressi nella diffusione della banda larga e nella realizzazione della rete”, ma ancora “alcune carenze nella copertura delle reti ad altissima capacità (compresa la fibra)”. Ma le iniziative in campo sono molte, nel nostro Paese.
“Dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per garantire che tutte le PMI, i settori economici e le industrie dell’Ue dispongano delle migliori soluzioni digitali”, ha auspicato il commissario per il Mercato interno Thierry Breton.
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