Quanto sono importanti gli investimenti in ricerca e innovazione? Molto, e lo erano già prima dell’arrivo della pandemia. Ovviamente l’emergenza sanitaria e il lockdown ci hanno insegnato ancora di più necessitiamo di una crescita sostanziosa da questo punto di vista.
Il 1° Rapporto sulla Ricerca e Innovazione ICT in Italia ha mostrato come nel nostro Paese le imprese dell’Information & Communication Technology investono 2,6 miliardi di euro in Ricerca e Innovazione (R&I), dato però relativo all’anno 2018. I numeri del 2019 saranno altrettanto positivi ma comunque sotto alla media europea, e di molto. Inoltre, bisogna considerare come il dato del 2020 sarà fortemente condizionato dalla pandemia ancora in atto.
Marco Gay, Presidente di Anitec-Assinform, l’Associazione per l’Information and Communication Technology (ICT) di Confindustria ha commentato: “I programmi di rilancio di cui si discute oggi, sulla base del Recovery Plan che adotterà l’Unione europea, assegnano un ruolo centrale al digitale e accentuano la priorità di rafforzare gli investimenti in R&S&I ICT, puntando su una solida collaborazione tra istituzioni pubbliche e attori privati con l’obiettivo di mantenere il passo con i Paesi guida. Di più vuol dire, aumentare sensibilmente le risorse. Meglio vuol dire concentrare risorse ed energie su ambiti dove maggiori sono le possibilità di sviluppare massa critica e consolidare ecosistemi tecnologici di rilevanza almeno europea. Serve una strategia più ambiziosa per la R&S&I ICT, che valuti costantemente obiettivi, percorsi e orienti gli incentivi alle maggiori potenzialità”.
È partita più volte dalle Istituzioni la riflessione che vede l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione del Paese come chiavi di svolta per uscire da questa situazione di crisi e per la ripresa economica del nostro Paese e di tutto il continente. L’urgenza di questi interventi è palese oggi più che mai, considerando anche che “la pandemia ha accelerato il processo di transizione digitale in atto e va colta l’opportunità di governarlo per rispondere alla richiesta di una società più equa, più democratica”, ha affermato il Ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, che poi ha proseguito: “Il ruolo delle competenze è tornato centrale e gli iscritti alle università sono aumentati, ma c’è sempre un gap con i principali Paesi europei che siamo chiamati a colmare”. È per questo che diventa fondamentale “intervenire per sviluppare le competenze trasversali e diffuse, sia implementando le contaminazioni tra le varie classi di laurea sia favorendo un’efficace formazione digitale di tutte le categorie di lavoratori. Senza dimenticare il fondamentale ruolo della ricerca, che deve consentire anche alle realtà industriali medie e piccole, tanto importanti per il nostro sistema economico, di attestarsi su di una dimensione tecnologica superiore.”