Il settimanale francese ‘Charlie Hebdo’ ripubblica le caricature di Maometto

Alla vigilia dell’apertura del processo per la strage in redazione del 2015.

Il giornale satirico francese Charlie Hebdo ripubblica sul numero di questa settimana le caricature di Maometto che ne avevano fatto un bersaglio del terrorismo islamico, in concomitanza con l’apertura del processo per l’attentato che nel gennaio 2015 fece 12 vittime nella sua redazione. Le vittime furono in tutto 17, compresi i morti in un supermercato di prodotti kosher.

«Non chineremo mai la testa, non rinunceremo mai», ha dichiarato il direttore Riss, nel numero in edicola.

La redazione ha voluto spiegare i motivi alla base di questa decisione:

«La copertina di questo numero richiede alcune spiegazioni. Vediamo riprodotte tutte le caricature di Maometto pubblicate nel 2005 dal quotidiano danese Jyllands-Posten e che Charlie Hebdo aveva a sua volta ripubblicato nel 2006, nella “prima pagina” del n ° 712 disegnata da Cabu. Le ragioni di questa copertina sono le seguenti.

Questi disegni fanno ora parte della storia e la storia non può essere riscritta, né può essere cancellata. Questo è accaduto: è stata la pubblicazione di questi disegni, considerati bestemmie da un certo numero di musulmani, il motivo del massacro del 7 gennaio da parte degli assassini che volevano, come gridavano all’uscita dai locali di Charlie Hebdo, “vendicare il Profeta”.

Questi disegni sono quindi “pièces à conviction” (quadri da esporre). Per noi era inammissibile affrontare questo processo senza comunicarlo a lettori e cittadini. Perché dal 2006 sono passati quattordici anni e i giovani francesi che sono nati nel frattempo sarebbero testimoni di un processo che non capirebbero, poiché questi disegni non sono mai stati ripubblicati. È quindi un dovere fornire informazioni che possano portare a conoscenza del pubblico questi documenti che hanno un valore sia storico sia criminale.

Questi disegni fanno ormai parte della storia

Manifestazione di sostegno alla redazione di Charlie Hedbo

Da gennaio 2015 ci è stato spesso chiesto di produrre altre caricature di Maometto. Ci siamo sempre rifiutati di farlo, non perché è vietato, la legge ce lo permette, ma perché c’era bisogno di una buona ragione per farlo, una ragione che avesse senso e portasse qualcosa al dibattito. La riproduzione di queste vignette proprio nella settimana di apertura del processo sugli attacchi terroristici del gennaio 2015 ci è sembrata essenziale. Tutti i motivi che potrebbero esserci opposti sono solo viltà politica o giornalistica. Vogliamo vivere in un Paese che si vanta di essere una grande democrazia, libera e moderna, e che allo stesso tempo rinuncia ad affermare le proprie convinzioni più profonde? Da parte nostra, questo è fuori discussione. Almeno di non  voler vivere in un altro Paese, un altro regime, un altro mondo».