5 anni fa, la strage nella sede di ‘Charlie Hebdo’

La Francia e il mondo intero hanno ricordato l’attentato del 7 gennaio 2015. L’attuale direttore Riss: “Oggi saremmo di nuovo soli”.

L’attentato avvenuto il 7 gennaio 2015 fu un attacco terroristico contro la sede del giornale satirico Charlie Hebdo, a Parigi. Nell’attentato, che fu rivendicato da Al-Qāida, in particolare la branca yemenita dell’organizzazione stessa, morirono dodici persone e undici rimasero ferite.

Si trattò del primo attentato terroristico del nuovo secolo con un gran numero di vittime in Francia. Lo seguiranno – purtroppo – poco dopo: l’attentato multiplo del 13 novembre dello stesso anno al teatro Bataclan, allo Stade de France e a tre ristoranti parigini, in cui trovarono la morte 130 persone; e la Strage di Nizza avvenuta il 14 luglio 2016 sulla Promenade des Anglais, con 87 morti e 302 feriti.

Dopo il primo attentato del 2015, il 9 gennaio successivo un complice degli attentatori si barricò in uno dei supermercati della catena kosher Hypercacher a Porte de Vincennes, prendendo alcuni ostaggi e uccidendo quattro persone. Durante gli eventi seguenti,  morirono  in totale altre otto persone (compresi i due responsabili), portando così il totale dei morti a venti.

Charlie Hebdo era, ed è, un periodico settimanale satirico francese, dallo spirito caustico e irriverente. La testata, fondata nel 1970, pubblica vignette e articoli dissacranti nei riguardi della politica e di ogni tradizione religiosa (in particolare, monoteista).

Ricordiamo che il 9 febbraio del 2006 Charlie Hebdo pubblicò una serie di vignette caricaturali di Maometto che scatenarono forti proteste nel mondo islamico e furono, probabilmente, la causa della carneficina.

Riss (da wikipedia.com – autore Romain Bréget – licenza CC BY-SA 4.0)

Proprio in questi giorni, in occasione dell’anniversario, il direttore del giornale Laurent Sourisseau, in arte Riss, ha pubblicato un libro-pamphlet, significativamente intitolato “Un minuto, 49 secondi”, che è l’esatta durata dell’assalto al giornale in cui lui stesso rimase gravemente ferito.

«Se oggi pubblicassimo di nuovo quelle caricature – ha scritto Riss, in occasione della commemorazione della strage – saremmo di nuovo soli. L’attacco non ha reso le persone più coraggiose. Al contrario».