In un messaggio inviato al Presidente di “Ossigeno per l’Informazione”, organizzatore di un incontro sulla libertà di stampa e la protezione dei giornalisti minacciati, David Sassoli ha voluto rimarcare: “Minacciare un giornalista significa minacciare la libertà di tutti noi”.
Il 6 novembre scorso, nei locali del “Press Club” di Bruxelles, l’Associazione “Ossigeno per l’Informazione” ha organizzato un “Colloquium” europeo per unire in uno sforzo coerente e congiunto associazioni non governative, istituzioni, sindacati e politici allo scopo di fare un passo avanti nella lotta all’impunità per i reati contro i giornalisti.
L’incontro è stato arricchito dalla testimonianza del giornalista Paolo Borrometi, vicedirettore dell’ AGI, che ha parlato delle varie fasi della sua vita sotto scorta iniziata dopo l’aggressione subita sei anni fa.
I lavori, riassunti in un post sul sito dell’Associazione, sono stati aperti da Adeline Hulin (UNESCO), che ha presentato le statistiche aggiornate sull’uccisione dei giornalisti nel mondo. La situazione si è aggravata di anno in anno, ha detto Hulin.
A sua volta Suzanne Vanderzande, funzionaria della Commissione europea (DG Connect), ha confermato l’impegno di proseguire nello sforzo che in questi anni ha portato all’approvazione di due importanti direttive (copyright e protezione dei whistle-blowers) e a sostenere anche finanziariamente dei progetti validi formulati dalle associazioni non governative nel campo del monitoraggio e dell’assistenza ai giornalisti vittime di attacchi ingiustificati e anche a studi e ricerche per stabilire alcuni indicatori del livello di libertà della stampa quali quelli del pluralismo dei media.
Alberto Spampinato, presidente di Ossigeno, ha definito utile l’incontro, in quanto ha realizzato proprio l’intento di unire in modo trasversale organizzazioni sociali, istituzioni, sindacati e i loro singoli rappresentanti più interessanti a collaborare tra loro per formulare idee e proposte nuove, più concrete di quelle finora prese in esame. Nei paesi occidentali come Italia e Belgio, ha detto Spampinato, bisogna innanzitutto vincere lo scetticismo che impedisce di adottare misure la cui utilità è fuori discussione.
“Bisogna usare l’arma di convinzione più potente che esiste: – ha concluso Spampinato – il linguaggio dei fatti, il monitoraggio delle violazioni, ben documentato e certificato, fatto sullo stesso territorio in cui l’episodio si è verificato. Proponiamo di sperimentare questo strumento che in Italia è stato veramente efficace”.
Paolo Borrometi ha rievocato i suoi sei anni di minacce e aggressioni e la sua vita sotto scorta. La sua sofferta testimonianza ha portato i partecipanti di fronte alla dimensione più drammatica del problema dei giornalismo che rivela verità scomode. “Con le mie notizie – ha ricordato – ho disturbato affari illeciti che valevano milioni di euro. Di questo si sono lamentate, quando sono stato interrogato dai magistrati, pretendendo di avere ragione, le persone che mi avevano minacciato…”.
L’importanza del Colloquium di Bruxelles è stata sottolineata dal presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, nel messaggio che ha inviato al presidente Spampinato, con gli auguri di buon lavoro:
“Ancora oggi i giornalisti sono oggetto di intimidazioni e minacce che mettono a repentaglio la loro vita e il loro lavoro. – ha scritto Sassoli – È sbagliato pensare che questi temi ci riguardino solo marginalmente, perché minacciare un giornalista significa minacciare la libertà di tutti noi. Contro l’intolleranza e i poteri criminali c’è bisogno anche di maggiore trasparenza, di denuncia e di tante iniziative come questo incontro sulla libertà di stampa e la protezione dei giornalisti minacciati. È necessario intraprendere azioni più incisive che siano capaci di coordinare il lavoro delle istituzioni, delle ONG, dei sindacati per creare nuovi spazi di dibattito e discussione che affrontino il problema in maniera più diretta. C’è bisogno di una prospettiva concreta e di utilizzare un approccio globale che lavori su più fronti.
“Per questo motivo – ha promesso il Presidente UE – il Parlamento europeo sarà in prima linea, intraprendendo azioni di supporto e non solo di mera denuncia. Perché il diritto ad essere informati è un diritto di tutti”.
(Foto in alto: David Sassoli, da www.europarl.europa.eu)