Gli italiani si stanno abituando sempre più all’Intelligenza Artificiale (IA): il 37% della popolazione ha una buona impressione sull’IA mentre solo il 21% rimane diffidente. La restante parte ha una visione neutrale di questa tecnologia.
Questi i primi dati che emergono dal Quarto Rapporto sull’IA realizzato da Ital Communications-IISFA (Associazione Italiana Digital Forensic) che mostrano una fiducia abbastanza diffusa sul tema dello sviluppo tecnologico.
Il report, sviluppato ed elaborato insieme ad Assocomunicatori e l’Istituto Piepoli, ha fatto emergere i sentimenti principali degli italiani. Preoccupazione per il futuro per alcuni, ma soprattutto ottimismo e speranza per i vantaggi che l’IA può dare alla vita di tutti i giorni.
Tuttavia, il “pollice digitale” italiano si limita a questo: non si riscontra la preparazione digitale e l’alfabetizzazione tecnologica che ci si aspetta dalle percentuali di fiduciosi.
La maggior parte (75%) degli italiani associa l’Intelligenza Artificiale ad un ambito positivo e allo sviluppo tecnologico. La restante parte prova emozioni negative nel parlarne. Per esempio, il 35% parla di IA come uno sviluppo dell’area tecnologica, il 26% la considera il futuro della società mentre il 15% si concentra sui suoi vantaggi.
Un Paese che sembra essere proiettato al futuro se non fosse che a livello di conoscenza le percentuali non sono così rosee. Infatti, 1 italiano su 2 ammette di saperne qualcosa, ma solo il 6% della popolazione dichiara di saperne molto e sapersi muovere in quest’ambito.
Sono i giovani i più interessati: tra i 18 e i 34 anni sono il 62% che dimostra di avere dimestichezza con l’IA, rispetto al 36% degli over 54.
Infatti, gli strumenti che ricorrono a una tecnologia basata sull’IA sono applicati dal 69% degli italiani, ma è l’83% dei giovani che gonfia la percentuale. Gli over 50 sforano di poco il 50% di applicazione di questi strumenti. Rimane comunque importante la percentuale di chi non si è mai (o quasi) avvicinato a tecnologie di IA (31%).
Nonostante l’ottimismo, la cautela è un sentimento altrettanto strutturato. C’è molta preoccupazione per la diffusione di fake news, tanto che l’86% degli italiani sostiene di essere abituato a fare fact checking.
A livello di Regolamentazione, infatti, il 78% reputa l’AI Act, la normativa europea approvata lo scorso maggio, un’iniziativa importante per la garanzia della protezione degli utenti.
Articolo di T.S.
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