Il New York Times vuole studiare l’Intelligenza Artificiale (IA) Generativa nella propria redazione e si prepara per la creazione di un team ad hoc.
Zach Seward, a capo delle iniziative IA del NYT da fine 2023, sarà il responsabile del progetto e sta organizzando un’équipe di esperti sugli impieghi dell’IA Generativa e dei sistemi di machine learning nelle redazioni. Lo scopo è prima di tutto quello di innovare la redazione ma il Times vuole anche capire come il giornale è “presentato ai lettori” e come viene percepito dalla sua audience.
Per questo il NYT cerca esperti di apprendimento da parte dei computer, un ingegnere del software, un designer e giornalisti. Si punta ad un lavoro pluridimensionale, che intreccia diverse semantiche lavorative.
“Il team si interfaccerà con altri gruppi di lavoro nei settori delle news, del prodotto e delle tecnologie per elaborare le idee migliori, dal prototipo alla produzione”.
Si assicura tuttavia la centralità del lavoro umano: il NYT dice che non sarà mai prodotto dalle macchine. Seward, infatti, sottolinea che “per quanto siamo eccitati all’idea di portare gli strumenti dell’intelligenza artificiale nell’azienda, crediamo fermamente che il nostro tipo di giornalismo sarà sempre prodotto, scritto e revisionato da giornalisti esperti”.
Nell’ultimo anno, la redazione del NYT ha dimostrato di sapersi muovere nel settore e con i produttori di sistemi di IA. Già dalla scorsa estate infatti, è stata una delle prime grandi testate a bloccare i web crawler di OpenAI. A dicembre scorso, ha portato in causa OpenAI e Microsoft per una violazione del copyright. Milioni di articoli erano infatti stati usati senza autorizzazione per addestrare ChatGPT e Copilot, le chatbot delle due società tecnologiche.
Questa battaglia legale ha tuttavia sollevato il grande punto interrogativo del copyright che rimane sospeso tra le industrie tecnologiche e l’industria dell’informazione online.
Molte testate si sono accodate alla linea del NYT, ma altrettante hanno intrapreso una strada opposta. L’esempio più palese è quello del gruppo editoriale tedesco Axel Springer e di Associated Press, che hanno stipulato contratti per condividere contenuti e articoli delle testate per addestrare i sistemi di IA Generativa.
Articolo di T.S.
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