Il Governo italiano si allinea ai Governi di Francia e Germania stringendo un accordo trilaterale sulla regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale (IA).
L’accordo viene annunciato in concomitanza con l’AI Act, legge con il medesimo obiettivo ma condivisa da tutti i membri dell’Ue, che si vede ostacolato dall’intesa tra i tre Stati dell’Unione.
È ormai chiaro che l’IA sia uno dei temi centrali nel dibattito non solo politico in tutto il mondo. I vari organi politici del pianeta sono da tempo alla ricerca di una regolamentazione efficace della nuova tecnologia che sembra destinata a dominare nei prossimi anni.
L’Accordo trilaterale tra i tre Paesi europei è una delle tante proposte con questo scopo, che crea però attrito con la proposta europea.
Se l’AI Act adotta delle misure stringenti, con un impianto prescrittivo per garantire un alto livello di sicurezza e tutela dei diritti fondamentale attraverso un controllo comune a tutte le aziende del settore, non è così per la nuova proposta.
I tre Paesi propongono un approccio basato sulla responsabilità degli stessi sviluppatori, incentivando l’adozione di codici di condotta settoriali, per avere maggiore flessibilità e adattabilità.
Sono due le colonne portanti di questo Accordo.
Le aziende dovranno auto-regolamentarsi attraverso dei codici di condotta per i modelli IA. Questo approccio, basato su una collaborazione leale tra potere pubblico e operatore commerciale, dovrebbe garantire una regolamentazione ad hoc per le varie IA, non ponendo limiti al loro sviluppo, ma assicurando un’applicazione etica delle stesse.
Questo strumento sarà il centro di questa nuova visione regolamentare dell’IA. Le Model Cards saranno dei documenti, stilati dagli stessi produttori delle Intelligenze, dove si offrirà una descrizione dettagliata del funzionamento, delle capacità e dei limiti dei loro sistemi.
Le Cards costringeranno le aziende ad un’analisi critica delle loro politiche interne e di come intendono applicare le tecnologie al mondo digitale. Sembrerebbe però che questo strumento non sia un obbligo giuridico e questo può rappresentare un problema per l’efficacia dell’accordo.
In conclusione, a prescindere dalla riuscita o meno dell’Accordo trilaterale, questo è l’ultimo esempio di come sia difficile mettere d’accordo tutti i Paesi Ue, sintomo della spinosità dell’argomento e della difficoltà nel trovare un’intesa.
Articolo di D.R.
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