Apple è in trattativa con alcune grandi aziende editoriali per cercare un accordo per addestrare il suo sistema di Intelligenza Artificiale Generativa (IA) con i dati dei database degli editori.
Secondo il New York Times, gli accordi hanno un valore che si stima intorno ai 50 milioni di dollari.
Gli accordi proposti da Apple sembrano chiedere agli editori una licenza valida per più anni per sviluppare il sistema di IA Generativa a partire da articoli di editori quali Condé Nast, Nbc News e Iac, agglomerato mediatico proprietario di People e The Daily Beast.
La discussione sugli accordi
La diffidenza da parte degli editori verso le Big Tech, dopo molti accordi passati e cause legali intentati negli anni, sembra impartire cautela.
Per questi accordi, infatti, le preoccupazioni degli editori derivano dall’ampiezza delle licenze richieste da Apple e le possibili implicazioni legali. Infatti, gli accordi per ora espongono gli editori a qualsiasi responsabilità legale legata all’uso dei loro contenuti da parte di Apple.
Non è chiaro come l’azienda di Cupertino intenda usare e gestire i contenuti degli editori e si teme una concorrenza con Apple News, che conta già una base ampia di utenti.
Il ritardo Apple
Nell’ultimo anno, l’IA Generativa è stata la scommessa di molte Big. Microsoft, OpenAI e Google hanno creato, sviluppato e migliorato moltissimi sistemi di IA, ma Apple sembra essere rimasta indietro.
Siri, il primo assistente vocale di ampia diffusione, è stato lanciato nel 2011 ed è pressoché rimasto invariato. Il CEO, Tim Cook, ha sottolineato il fondamentale impegno di Apple verso la privacy, “un diritto universale” che potrebbe essere stato una cautela che ha rallentato il gigante tecnologico.
Apple si dichiara dunque in prima fila “per proteggere i propri utenti dalla sorveglianza da parte di tutte quelle aziende che con la scusa di meglio servire gli utenti con risultati di ricerca più precisi, non credono che dovrebbero chiedere il permesso prima di farlo”.
Articolo di T.S.