Dopo la pubblicazione dell’AI Act sulla Gazzetta Ufficiale europea il 12 luglio scorso, un Comitato di esperti in collaborazione con l’Agid (Agenzia per l’Italia Digitale) ha elaborato e pubblicato il documento “Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale (IA) per gli anni 2024-2026”.
Lo scopo degli esperti del Comitato è quello di supportare il Governo per definire con questo testo una norma nazionale e offrire una strategia aggiornata e funzionale all’utilizzo della tecnologia di IA non solo per la Pubblica Amministrazione e le imprese, ma anche per il singolo cittadino privato.
Strategia: consapevolezza e competenze
Analizzando il livello di ricerca e di investimenti in Italia per questa tecnologia, lo studio ha rivelato che “in un sistema così dinamico, qualsivoglia flessione porterebbe a dissipare rapidamente il prezioso bagaglio di competenze acquisite nel corso degli anni”. Per questo è considerato fondamentale rafforzare la posizione italiana nello studio dell’IA e del digitale, per consolidare la ricerca e le imprese, prime vere pioniere nell’uso dell’IA.
Intraprendere dunque un percorso di sviluppo e valorizzazione delle competenze darebbe un’opportunità in più alla tradizione industriale del nostro Paese.
Nella generale panoramica che l’analisi del Comitato e dell’Agid offre, si sottolinea infatti l’importanza dello sviluppo dei sistemi di IA in tutte le possibili aree e ambiti di applicazione.
Rimane comunque fondamentale il tema della formazione. Lo studio pone un focus su percorsi di upskilling: incentivazione, riqualificazione e reinserimento di lavoratori di ogni settore economico rientra nel programma della Strategia italiana per il progresso dell’IA.
Una necessaria riorganizzazione per migliorare e modificare gli ambienti lavorativo, dando più stimoli e permettendo una crescita imprenditoriale oltre che personale.
Ecosistema economico: imprese e PA
Il piano nazionale proposto dalla Strategia intende in primis valorizzare le imprese ICT italiane come punto focale e di snodo per il progresso del settore tecnologico del Paese.
Grazie a collaborazioni con la Pubblica Amministrazione (PA), università e progetti di ricerca, si intende aumentare il livello di competenze per misurarsi a livello internazionale.
Tra le piccole e medie imprese italiane (PMI), infatti, il tasso produttivo delle aziende che usano sistemi di IA rimane ancora basso: fino al 2022, solo il 15% aveva avviato un progetto che integrava la filiera produttiva in maniera organica con l’IA.
Per la PA il panorama è molto articolato e complesso, ma la Strategia evidenzia la necessità di promozione di “best practices” per accompagnare tecnicamente l’introduzione e poi lo sviluppo di tali tecnologie nei sistemi nazionali.
Rischi, i controlli Agid
Nonostante i rischi a livello nazionale, come i due estremi della omogeneizzazione o della frammentazione di amministrazioni e soluzioni, Agid e la Strategia stabilita invita ad un approccio strutturato, multidisciplinare e comunicativo.
Nonostante l’autonomia di base nella gestione e nell’adozione di tecnologie di IA, l’obiettivo auspica a creare un tessuto collettivo di pubblico e privato per aumentare il passo e la qualità dell’innovazione.
Per incentivare questo progetto, Agid, oltre all’elaborazione di nuove normative nazionali, propone una serie di webinar, incontri, formazione ed eventi dedicati a imprese ICT, PA e ricerca.
Per questo, il nuovo piano triennale della Strategia tiene conto dei passi avanti compiuti dalle tecnologie, dalle nuove esigenze e dello scenario tecnologico internazionale. La Strategia si configura come un vero e proprio primo pilastro di normative e formazione per migliorare i servizi e fornire linee guida generali per uno sviluppo uniforme ed eterogeneo.
Come sottolineato nel Piano Triennale, “l’IA ha il potenziale per essere una tecnologia estremamente utile, se non dirompente, nella trasformazione della Pubblica Amministrazione”.
Articolo di T.S.