Il Garante per la Protezione dei Dati Personali (GPDP) ha sanzionato una rivista online per non aver oscurato i dettagli personali di alcuni minori coinvolti in un caso giudiziario.
“Nel pubblicare articoli che riportano fatti di cronaca e sentenze che riguardano i minori, occorre sempre verificare che siano oscurati nomi e dettagli che possano ledere la loro riservatezza e dignità”. Così chiarisce l’Autorità.
I nomi, la residenza e il periodo della sentenza erano stati riportati chiaramente, da qui, la segnalazione. La multa del GPDP per trattamento illecito di dati personali corrisponde a 10mila euro.
Tuttavia, la rivista ha giustificato l’accaduto affermando che il Tribunale avesse il compito – inadempiuto – di anonimizzare o di oscurare i dati sensibili dei minori coinvolti.
Quando la trasparenza diventa una violazione
Il rapporto tra giornalismo e privacy è molto delicato e internet ha reso tutto più complesso. Infatti, il punto di equilibrio tra diritto di cronaca e diritto di riservatezza e rispetto di ogni persona è a volte difficile da trovare.
Come raccogliere, usare e pubblicare dati personali? Fondamentalmente, il giornalista deve seguire il principio di liceità e di essenzialità. Infatti, la raccolta dei dati deve avvenire in modo lecito e corretto, inoltre deve occorrere nei limiti dell’essenzialità e dell’attualità.
In particolare, secondo il Codice deontologico dei giornalisti (art. 7), “il diritto del minore alla riservatezza deve essere sempre considerato come primario rispetto al diritto di critica e di cronaca”. Dunque, il GPDP ha dovuto sanzionare la rivista per adempiere al principio di preminenza dell’interesse del minore.
Articolo di T.S.