Google, sentenza storica in USA: accolta accusa di monopolio

“Google ha agito illegalmente per mantenere un monopolio nella ricerca online”. Questa la decisione che dà ragione al Dipartimento di Giustizia e agli Stati americani.

Questa sentenza storica di colpevolezza della Big Tech crea un precedente fondamentale in termini di antitrust per proteggersi dallo strapotere dei grandi player internazionali e dagli OTT (Over The Top). 

Stratagemmi per il monopolio

Secondo il giudice federale, Amit Mehta, la citazione in tribunale dell’antitrust USA avvenuta nel 2020 contro Google è legittima: Big G avrebbe illegalmente approfittato della sua posizione per consolidare ulteriormente la sua dominanza sul mercato

Google avrebbe pagato altre aziende come Apple, Samsung e Verizon per far assicurarsi automaticamente il primo posto come provider di ricerca sui loro dispositivi smartphone e browser web. Questa pratica ha intaccato l’indipendenza delle aziende all’interno del mercato tecnologico e la raccolta di informazioni degli utenti, violazioni inammissibili per l’antitrust americano. 

Il mercato della ricerca bloccato da Google con queste sue operazioni equivarrebbe a circa il 90%: con la sentenza di 286 pagine il giudice conferma un pagamento di oltre 18 miliardi a Apple nel 2021 e ad altri operatori telco; avrebbe inoltre depotenziato l’influenza di Microsoft nel mercato degli annunci pubblicitari dominando anche quella parte di mercato tech. 

Satya Nadella, CEO di Microsoft, si diceva da tempo preoccupato per il predominio della rivale: aveva definito il rapporto con Apple “oligopolistico” e ingiusta la creazione di un “Google web”. La Big Tech di Mountain View, dal canto suo, si era difesa professando la sua superiorità tecnica, eppure ora interviene il provvedimento del tribunale. 

Nonostante l’importanza della sentenza, non si accenna a rimedi per gli errori passati, ma si andrà ad intervenire nelle modalità di operazione della società oppure si propone la vendita parziale dell’attività. 

Tuttavia, Google non rimane inerme: già si prepara a far arrivare un contro-appello alla Corte Suprema degli Stati Uniti.

Articolo di T.S.