Google aveva fissato al 2024 il termine ultimo per eliminare definitivamente i cookie di terze parti. Ma a quanto pare, la Big Tech californiana ha annunciato un cambio di rotta: non saranno più disattivati i cookie di terze parti di default su Chrome.
Rimane dunque la pratica di tracciamento prevista e si cambiano gli obiettivi del programma Privacy Sandbox.
Il progetto, annunciato nel 2019, tracciava una strada verso uno scenario cookieless, ma in questi anni aveva subito già diversi ritardi. Da gennaio 2020 si parlava di eliminazione graduale dei cookie entro il 2022, termine rinviato più volte fino al 2024.
Eppure, ora che sembrava fossimo alla fine di questo processo, in un post Google annuncia un cambio totale di strategia.
“Stiamo proponendo un approccio aggiornato che eleva la scelta dell’utente. Invece di deprecare i cookie di terze parti, introdurremo una nuova esperienza in Chrome che consentirebbe alle persone di fare una scelta informata che si applica a tutta la loro navigazione sul Web e sarebbero in grado di modificare tale scelta in qualsiasi momento. Stiamo discutendo questo nuovo percorso con le autorità di regolamentazione e ci impegneremo con il settore mentre lo implementiamo”.
Per aumentare la privacy online, dunque, Google propone le API Privacy Sandbox invece che dismettere i cookie di terze parti. Secondo Big G, la privacy degli utenti sarebbe addirittura superiore e questo sistema permetterebbe agli inserzionisti di guadagnare.
Nel 2022, il sistema era già stato testato sui prodotti Android ed era nato essenzialmente per offrire una alternativa ai cookie di terze parti. La Sandbox di Big G era pensata e composta da 3 strumenti con scopi diversi: Topics, Fledge e Attribution Reporting.
Topics consente alle imprese di mostrare pubblicità rilevante agli utenti sulla base della loro attività sul browser, senza che Google o società esterne abbiano informazioni sui siti visitati; Fledge, invece, è una tecnologia di remarketing, mentre Attribution Reporting è uno strumento per la misurazione della pubblicità.
Tuttavia, viste le ultime dichiarazioni, si può pensare a una rivoluzione di Privacy Sandbox. Ciononostante, Google promette di dedicarsi ulteriormente alla privacy dei suoi utenti e di “continuare a investire in API Privacy Sandbox”.
Articolo di T.S.
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