Il Dipartimento di Giustizia statunitense (DOJ) accusa il più grande motore di ricerca del mondo di monopolio nel suo campo.
Il Dipartimento di Giustizia accusa Google di praticare monopolio
Il DOJ sta portando avanti un’indagine su Google. L’accusa che lo riguarda è quella di monopolio: un monopolio globale, illegale, tale da piegare attorno al suo spazio gravitazionale l’intero campo dei motori di ricerca.
Il processo rappresenta un passo fondamentale nell’antitrust e potrebbe avere conseguenze a lungo termine nel mondo della rete.
Il monopolio di cui Google è accusato si manifesterebbe in accordi segreti stilati con i motori di ricerca, quali Android e Safari. In tal modo Google Chrome sarebbe diventato automaticamente motore di ricerca predefinito, aumentando esponenzialmente il traffico nella sua direzione e scemando la concorrenza. Questo spiegherebbe anche la mancanza di varietà di scelta nel campo dei motori di ricerca, e la difficoltà per realtà più piccole di spiccare.
Le pubblicità pagate di Google
Come se non bastasse, Google si è imposto anche con la pubblicità, con un controllo che agli occhi del DOJ appare sospetto. Google non solo vende spazi pubblicitari, ma anche sistemi per esporre le pubblicità. Sono in grado di decidere cosa viene pubblicizzato e dove, e hanno quindi la possibilità di riservare a sé stessi uno spazio di mercato molto importante. Secondo il DOJ, Google avrebbe inoltre costretto gli inserzionisti a pagare, in cambio dello spazio dei loro annunci, prezzi maggiorati.
Possono esserci conseguenze oltreoceano, in Europa, nonostante il processo si tenga negli Stati Uniti? La probabilità non è assente e anzi un processo conclusosi con la sconfitta di Big G potrebbe portare anche l’Unione europea a prendere in considerazione la questione monopolistica, riducendo l’ingerenza di Google e ammorbidendo invece i legami per le aziende.
M.F.Z.