I grandi giornali stanno dettando una serie di linee guida per i propri giornalisti sull’utilizzo di Twitter.
Il motivo? “Twitter stava rubando troppo tempo ai reporter”. Almeno questa la motivazione iniziale del New York Times, che già il mese scorso ha preso provvedimenti. Inoltre, i contenuti pubblicati dai giornalisti causavano reazioni negative danneggiando la reputazione del giornale.
Il NYT, quindi, ci ha tenuto a specificare che l’utilizzo di Twitter è opzionale, non rappresenta un requisito fondamentale per lo svolgimento del proprio lavoro.
Anche il The Guardian ha deciso, nei giorni scorsi, di seguire l’esempio del NYT. Il punto chiave, su cui spinge anche il giornale britannico, si basa sull’affermazione che i social media sono strettamente opzionali per tutti i lavoratori (reporter e non) dell’editore.
Attenzione alla reputazione
Guardian News Media non si aspetta che i propri giornalisti abbiano una presenza costante o un grande seguito su Twitter.
Ma la testata inglese ci tiene anche a chiarire che tutti i giornalisti con grande seguito sui social dovrebbero prestare particolare attenzione a non confondere fatti e opinioni quando postano delle news. Il rischio è quello di danneggiare non solo la propria reputazione di giornalista, ma anche quella del giornale stesso.
Il Guardian ricorda infine: “Come giornalista il tuo lavoro è dare notizie per GNM, sulla piattaforma di GNM, non sui social media. Twitta le ultime notizie solo se il direttore condivide che tu lo faccia, piuttosto che segnalarlo per il sito web”.
Infine, fanno sapere dall’editore britannico, il Guardian “pianifica anche di creare un nuovo ruolo nell’ufficio del caporedattore che includa la responsabilità dei social media, in modo che i giornalisti abbiano qualcuno con cui parlare per consigli e supporto di esperti, anche su abusi o molestie, quando necessario”.