Giornalismo sportivo, Verna: “Chiusura illogica e irrispettosa, i cittadini hanno diritto alla pluralità di racconto”

Il calcio italiano è tornato in campo già da qualche giorno, con le ultime partite rimaste da giocare per la Coppa Italia e dal prossimo week end (quello del 20 e 21 giugno) riprenderà anche il Campionato di Serie A. Come è emerso da vari report sul settore durante l’emergenza sanitaria, l’informazione sportiva è stata la più duramente colpita. Gli ultimi dati Comscore, presentati (relativi al mese di aprile 2020) mostrano un calo importante in settori specifici, tra cui lo sport al -4% (sicuramente peggio il travel, -12%, e l’automotive, -14%). 

Ecco perché, con la ripartenza dello sport, è fondamentale permettere l’accesso ai professionisti dell’informazione sportiva, per far ripartire un comparto del settore fermo ormai da troppo tempo, che ha visto delle contrazioni nei ricavi decisamente significative. 

Per quanto riguarda il calcio in particolare, sport che Italia muove milioni di euro ogni anno, è intervenuto anche il Presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, che ha commentato, in riferimento alla finale di Coppa Italia di ieri sera:

“Il pallone è tornato a rimbalzare […] ed è stato ottenuto un primo risultato con l’apertura a 50 giornalisti e 20 fotografi per la partita dell’olimpico. Il Governo è venuto incontro alle nostre richieste, basate sul diritto dovere di informare. Ma è solo un primo passo. Riteniamo che limitare l’ingresso allo stadio dei giornalisti e dei giornalisti fotografi costituisca una vera e propria lesione dell’art 21 della Costituzione”.

Poi prosegue in riferimento alla ripresa della Serie A:

“Per l’inizio del campionato attendiamo che venga cancellata questa chiusura illogica e irrispettosa anche dei cittadini che hanno diritto ad essere informati con pluralità di racconto. Dal 15 giugno 2020 hanno riaperto cinema e teatri, con il numero massimo di 1000 spettatori per spettacoli all’aperto e di 200 persone per spettacoli in luoghi chiusi. I giornalisti che devono svolgere il proprio lavoro non possono restare fuori dagli stadi con decine di migliaia di posti disponibili e distanziabili”.