Frasi d’odio e razziste sul web, condannati a spegnere facebook e a leggere libri

Innovativa e originale sentenza pronunciata dal Tribunale di Venezia.

Dal Tribunale di Venezia, Ufficio esecuzioni penali esterne, è arrivata una sentenza che fa storia nel contrasto all’ hate speech (incitamento all’odio) sui social network.

Quattro italiani, infatti, come riporta Ilaria Purassanta sul Messaggero Veneto, sono stati processati per direttissima per violazione della legge Mancino (Legge 25 giugno 1993, n. 205), con l’aggravante della discriminazione razziale.

A metà luglio dell’anno scorso gli imputati avevano scritto sul profilo Facebook della coordinatrice locale di Forza Italia e nel gruppo “Sei di Portogruaro se” frasi che secondo la Procura hanno incitato alla violenza contro i profughi.

Il Tribunale collegiale ha accolto la richiesta di messa alla prova, sospendendo il processo. Il 14 maggio 2019 ci si ritroverà in aula per valutare il ravvedimento degli imputati. Se dimostreranno di aver seguito le prescrizioni impartite dall’Ufficio, la loro vicenda giudiziaria finirà.

Ma, cosa ha prescritto il Tribunale agli imputati?

Umberto Eco (Autore: Ufficio Stampa Università di Reggio Calabria, CC BY-SA 3.0)

I quattro resteranno senza social per sei mesi. Ma non solo: in questo semestre, dovranno leggere anche libri o guardare film sulle tematiche dell’immigrazione e meditarci su, scrivendo alcune brevi considerazioni sull’argomento. Per finire dovranno pagare 200 euro a titolo di risarcimento del danno e svolgere lavori di pubblica utilità.

«Leggere allunga la vita», come ha sostenuto Umberto Eco (in una sua famosa rubrica “La bustina di Minerva”) e come hanno dimostrato i ricercatori dell’Università di Yale, ma da oggi può anche salvare dal carcere!

(Foto in alto: Tribunale di Venezia, facciata – da www.tribunale.venezia.giustizia.it)