Prosegue a passo di marcia l’installazione capillare della rete con fibra ottica sul territorio italiano. Sembra quindi da dimenticare il primo periodo pandemico nel quale erano emerse numerose problematiche relative ad abitazioni senza connessioni, con studenti e lavoratori che non riuscivano a portare avanti le proprie attività quotidiane. Anche se gli esperti avvertono che il divario tra aree urbane e rurali resta “una sfida”.
Guardando ai numeri, elaborati dall’associazione europea della fibra Ftth (Fiber To The Home) Council Europe, quest’anno l’Italia raggiungerà 16 milioni di abitazioni connesse con la fibra ottica in più rispetto al 2020, attestandosi al terzo posto in Ue per copertura capillare e al secondo per crescita in termini percentuali (+46%).
L’aumento continuerà nei prossimi anni, arrivando a toccare +136% nel 2026 rispetto al 2020, il quarto più alto in tutta l’Unione.
Gli esperti del settore si attendono che 197 milioni di case in più passeranno alla fibra entro il 2026 nell’Ue e nel Regno Unito, con un aumento del 67% rispetto al 2021. Il numero di abbonati dovrebbe passare dai 60 milioni di quest’anno ai 135 milioni nel 2026.
Le stime evidenziano come l’Italia, confermi “l’enorme potenziale di crescita” insieme a Germania e Regno Unito e si affianchi ai Paesi Bassi. Guardando alla crescita percentuale prevista per il 2021, meglio dell’Italia fanno soltanto il Regno Unito e i Paesi Bassi, rispettivamente +65% e +49%. Il Regno Unito si piazza primo anche per l’incremento atteso al 2026 (+488%), seguito da Germania (+385%), Paesi Bassi (+144%) e Italia (+136%).
La crisi del Covid ha portato “gli investitori privati a potenziare considerevolmente i progetti a favore della fibra Ftth/B per supportare il continuo aumento del traffico”. Sicuramente hanno fatto la loro parte anche i programmi nazionali dedicati alla digitalizzazione e i nuovi obiettivi digitali Ue per il 2025 e il 2030.