Si comincerà con l’analisi di 6 casi, dei più di 20.000 pervenuti. Il lavoro per il neonato Comitato di controllo di Facebook inizierà proprio in questi giorni e consisterà nel valutare una per una le decisioni sulla rimozione dei post prese dal social.
L’organo indipendente inizierà il suo lavoro proprio poco dopo le molte minacce giunte da Donald Trump, il quale da settimane chiede la revisione della “Sezione 230” del Communications Decency Act, ovvero la norma che esime tutti i social network da ogni responsabilità sui contenuti pubblicati dagli utenti e, di conseguenza, prevede anche la non perseguibilità legale per la cancellazione o la segnalazione di un post.
Tutti e sei i casi presi per ora in analisi, riguardano la violazione delle norme sull’incitamento all’odio in Paesi non anglofoni. Nella scelta dei ricorsi di cui occuparsi, spiega il Comitato, viene data “priorità ai casi che hanno il potenziale di influenzare molti utenti in tutto il mondo, che sono di massima importanza per il dibattito pubblico o che sollevano domande importanti sulle normative di Facebook”.
In poche parole, questo nuovo organo di controllo, sarà libero ed indipendente nel deliberare sulla liceità o meno di frasi pubblicate da ministri, presidenti, politici e dai loro sostenitori. Infatti, l’organo non è stato progettato “per fungere come estensione della procedura esistente di analisi dei contenuti di Facebook”, ma sarà un organo totalmente indipendente finanziato da un trust esterno. Si avvarrà del giudizio dei propri membri per “supportare il diritto alla libertà di espressione delle persone e assicurarsi che tali diritti siano adeguatamente rispettati”.