Le edicole durante il lockdown hanno dimostrato tutta la loro importanza sul territorio, restando quasi gli unici esercizi aperti, se si escludono i rivenditori alimentari e le farmacie e attivando un servizio di consegna a domicilio in molte zone del Paese. Questo forte segnale di impegno ha sottolineato l’importanza dell’informazione come bene di prima necessità, bene necessario e fondamentale di una società democratica.
Dopo questo lungo periodo di difficoltà, arrivato dopo anni in cui il numero delle edicole continuava la sua discesa, finalmente si è giunti al rinnovamento tante volte richiesto dagli edicolanti, ormai resosi necessario: ora in edicola si stampano i certificati (e si salta la coda), sono diventate punti di ritiro per i prodotti e-commerce (da circa 2 anni, in 4mila edicole) e ospitano una serie di servizi, utili al cittadino, sempre più capillari e digitali. Durante il lockdown erano state scelte anche per la distribuzione delle mascherine.
Distributori nazionali, quale M-Dis (il primo in Italia con la gestione di 13mila edicole, di proprietà di Rcs, MediaGroup, De Agostini e Hearst) è presente sul territorio italiano con la piattaforma digitale primaedicola.it, portale che aiuta i lettori a tenersi informati sulle uscite e sulle edicole di zona che offrono servizi specifici.
Andrea Liso, amministratore delegato di MDis, spiega, parlando del servizio di consegna e-commerce, che “nel 2019 le consegne sono cresciute del 26%, con volumi raddoppiati da ottobre al pre-Covid. Da maggio siamo tornati a crescere. La nostra filiera editoriale è caratterizzata da una logistica flessibile e robusta, che consegna i prodotti dall’area milanese nel CentroNord in 36 ore e nel Sud e nelle Isole in 60 ore. Anche in lockdown abbiamo rispettato i tempi”.
Ora è anche disponibile il servizio di reverse logistic, per permettere al cliente di gestire i resi in edicola. Finalmente un “modello di business che proietta le edicole nel futuro”, osserva Liso.
Ma la funzione più innovativa, di cui spesso si era parlato, riguarda i servizi pubblici al cittadino, con il ritiro di certificati. Qualche settimana fa, infatti, è stato siglato un accordo tra il Comune di Milano e Snag (Sindacato autonomo dei giornalai): le edicole del capoluogo lombardo possono emettere certificati anagrafici (di nascita, di residenza, di cittadinanza, stato di famiglia, matrimonio, unione civile, morte, contratto di convivenza), diventando i primi “sportelli di quartiere”.
L’obiettivo? “È primaria la volontà a rimodulare completamente il percepito delle edicole da parte del cliente e delle imprese per rendere ancora produttivi gli oltre 900 punti contatto spontanei che le nostre edicole possono mediamente vantare. Nuovi servizi e un nuovo modello possono restituire alla città un nuovo soggetto commerciale”, aveva commentato Alessandro Rosa, presidente di Snag Milano e ideatore del progetto.
Per ora, sono 15 le edicole abilitate al servizio, ma “presto, tramite primaedicola.it, il servizio verrà esteso ad altre edicole milanesi e di diverse città, che rilasceranno certificati di nascita, residenza, cittadinanza e via dicendo. Così contribuiamo al processo di semplificazione della cosa pubblica e alla digitalizzazione dei servizi al cittadino”, ha aggiunto Liso.
“Le edicole possono diventare strategiche per ridefinire il concetto di spazio pubblico, in un’ottica di spostamenti brevi e non inquinanti, contribuendo a ridurre le code negli uffici”. Inoltre, è previsto un secondo step che prevederà il ritiro in edicola di esami medici.
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