La Corte di Giustizia europea, come stabilito dal Digital Services Act (DSA), chiede alla società americana Amazon di pubblicare un archivio delle inserzioni pubblicitarie.
L’archivio dovrà essere completamente online e accessibile a tutti.
L’articolo 39 del DSA
Il 25 aprile 2023 l’Unione europea ha stabilito che Amazon adempisse agli obblighi del DSA in quanto VLOP (Very Large Online Platform).
Contro questa designazione, l’azienda di Seattle ha presentato ricorso, chiedendo la sospensione degli obblighi relativi agli algoritmi dei suggerimenti (artt. 27 e 38 del DSA) e alla trasparenza della pubblicità online (art. 39 del DSA).
Il Tribunale dell’Unione europea ha respinto la richiesta relativa agli algoritmi, ma ha accettato il ricorso per la pubblicità, passando il testimone alla Commissione europea.
Dopo l’appello della Commissione, la Corte di Giustizia dell’Unione europea (CGUE) ha respinto la richiesta di sospensione. Oltretutto, la CGUE ha richiesto la messa a disposizione dell’archivio con tutte le informazioni sulle inserzioni pubblicitarie (art. 39).
Nonostante Amazon potrebbe subire “danni seri e irreparabili” con la revoca della sospensione, per la CGUE gli obiettivi del DSA prevalgono.
La risposta di Amazon
Dunque, è chiaro alla Corte di Giustizia europea che la difesa della legge sulla trasparenza, sulla moderazione dei contenuti e sulla privacy prevale sugli interessi della società tecnologica.
Un portavoce di Amazon dichiara la delusione dell’azienda: “Siamo delusi da questa decisione e sosteniamo che Amazon non rientra nella descrizione di una Very Large Online Platform (VLOP) ai sensi della DSA e non dovrebbe essere designata come tale. La sicurezza dei clienti è una priorità assoluta per noi di Amazon e continuiamo a lavorare a stretto contatto con la Commissione europea per quanto riguarda i nostri obblighi ai sensi del DSA”.
Articolo di T.S.