Siamo in fondo alla classifica DESI (digital economy and society index), l’indice elaborato dalla Commissione europea che misura la digitalizzazione delle economie europee.
Le PMI italiane si collocano al 26esimo posto su 28, anche se nel 2020 il giro d’affari del commercio elettronico in Italia abbia totalizzato 48,25 miliardi di euro.
La pandemia e il conseguente lockdown hanno sicuramente dato una forte spinta alla digitalizzazione delle PMI, ma soprattutto le piccole imprese non sono ancora riuscite a sfruttare a pieno le potenzialità del digitale. Si registrano, infatti, forti ritardi nella presenza sul web nell’analisi di Big data e nell’adozione di infrastrutture tecnologiche avanzate.
Sembrerebbe mancare una chiara visione strategica: la maggior parte delle aziende italiane di medie e piccoli dimensioni, si sono approcciate alla trasformazione digitale senza conoscerne bene gli strumenti ma soprattutto senza realtà a cui affidare il marketing. Non basta aprire un sito o pubblicare contenuti sui social network, occorre studiare un piano d’azione per la produzione e distribuzione di contenuti testuali, audio-video, foto e grafiche su siti web, blog e social che sia coerente con il brand aziendale.
Qualche giorno fa dall’Osservatorio Imprese, Sostenibilità e Comunicazione 2021, curato da Format Research, sono emersi dei dati che sorprendono. Su 900 manager e imprenditori italiani interpellati, 7 su 10 hanno affermato di conoscere il PNRR, mentre per gli altri 3 si tratta di un acronimo pressoché sconosciuto.
La maggior parte delle imprese piccole e piccolissime, evidentemente, non pensa di poter essere coinvolto in questo processo di rilancio. Percezione errata, nel momento in cui si apriranno i bandi sarà importante essere preparati.
Anche perché, guardando il PNRR nel dettaglio, esso si sviluppa intorno a tre assi strategici condivisi a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale. Si tratta di un intervento che intende riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica, contribuire a risolvere le debolezze strutturali dell’economia italiana, e accompagnare il Paese su un percorso di transizione ecologica e ambientale.
In particolare, per la voce “Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura” sono stati stanziati complessivamente oltre 49 miliardi (di cui 40,3 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 8,7 dal Fondo complementare) con l’obiettivo di promuovere la trasformazione digitale del Paese, sostenere l’innovazione del sistema produttivo, e investire in due settori chiave per l’Italia, turismo e cultura.
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