Digital Service Act, la Commissione Ue alza la voce con le Big Tech

Il Digital Service Act (DSA) è ormai in vigore da un anno e sta creando non poche preoccupazione alle Big Tech.

La scorsa settimana la Commissione europea ha formalmente inviato una richiesta di informazioni ai sensi della legge in questione a diverse società. Si tratta di TikTok, Youtube, Meta e Snap. 

La Commissione richiede alle società maggiori informazioni sulle misure adottate per rispettare gli obblighi relativi alla protezione dei minori ai sensi del DSA. Principalmente, gli obblighi si riferiscono alla valutazione dei rischi e alle misure di mitigazione per proteggere i minori online, in particolare per quanto riguarda i rischi per la salute mentale e fisica, e sull’uso dei loro servizi.

TikTok e Youtube devono fornire alla Commissione le informazioni richieste entro il 30 novembre, Meta e Snap entro il 1° dicembre. Sulla base della valutazione delle risposte, la Commissione valuterà i passi successivi. Se le informazioni ricevute si rivelassero inesatte, incomplete o fuorvianti, si potrebbe aprire un procedimento con rischio di pesanti sanzioni.

Il DSA e le Big Tech

In vigore da novembre 2022, il Digital Service Act è la legislazione europea sui servizi digitali. Lo scopo è di creare un ambiente online sicuro e responsabile limitando gli strapoteri delle Big Tech.

A giugno è stata pubblicata la lista di Big Tech interessate dagli interventi della legge e da quel giorno sono già partite diverse richieste di informazioni.

La Commissione europea ha di recente introdotto dei sistemi di segnalazione dei contenuti illegali riscontrati online. Sono le singole piattaforme a dover procedere alla verifica del contenuto e a rimuoverlo tempestivamente qualora necessario. Inoltre, la legislazione pone nuove richieste sulla gestione della privacy degli utenti, come quella dei minori già citata.

Il periodo di tempo per adeguarsi alle richieste della Commissione è scaduto e, come notato dalla puntualità della richiesta dell’Ue, le Big Tech sono a rischio sanzioni. Le multe possono arrivare fino al 6% del fatturato annuo della società in questione.