Il panorama dei canali informativi ha subìto degli enormi cambiamenti negli ultimi 20 anni ed è in continua evoluzione. Lo stesso lockdown, e la pandemia in generale, ha rivoluzionato il nostro modo di stare a casa e di vivere l’ambiente esterno.
Le abitudini di fruizione informativa sono cambiate molto negli ultimi mesi ed è proprio di poco tempo fa la notizia del boom di vendite degli smart speaker. Si è notato anche un crescente interesse degli utenti finali ad ascoltare contenuti audio digitali e a interagire verbalmente con i dispositivi senza schermo e bidirezionali (ossia in grado di rispondere). L’audio ormai è ovunque: nelle case, nei punti vendita, nelle segreterie telefoniche, in automobile. E nel mondo post covid-19 l’audio è ancora più pervasivo.
Inoltre, alcuni dati aggiornati parlano di aumento di fruitori di podcast e contenuti audio (+50% da dicembre 2019 a marzo 2020) e questo fa pensare ad un avvicinamento sempre più rapido a questi nuovi sistemi di fruizione dell’informazione.
L’altro dato riguarda la pubblicità presente in questo tipo di contenuti: infatti, il 44% degli ascoltatori di podcast presta attenzione alle pubblicità e, di questi, il 37% ritiene che sia il metodo migliore per un marchio di raggiungerli.
È importante comprendere questa transizione, soprattutto per gli editori, in quanto “non si tratta più di preparare un contenuto specifico per canali separati, ma di crearne uno che possa essere adattato a più canali informativi, per coprire tutti i sistemi in uso”, spiegano da 22HBG, la società ferrarese con cui USPI ha avviato un processo di collaborazione lo scorso gennaio e che ha realizzato la stil “Giornali Locali” per USPI News.
La digital audio strategy è quindi un insieme di azioni da compiere per la creazione di contenuti declinabili anche sui canali audio, che risultano avere maggiori potenzialità di fruizione in determinati momenti della giornata, come nei tragitti in auto grazie alle digital radio (ormai presenti in ogni nuova auto prodotta), quando ci si trova in casa o in ufficio, in cui potrebbe essere difficile guarda uno schermo per fruire anche del video.
I canali principali su cui questo tipo di contenuti sono maggiormente fruiti sono la digital radio, le mobile app, le skill di Alexa, ma anche i semplici podcast da caricare sul proprio sito.
Nell’ottica di una strategia aziendale editoriale orientata al futuro decidere di investire negli audio content diventa fondamentale per aumentare le visite su app e siti, ma soprattutto perché sono contenuti fruibili in qualsiasi luogo e momento della giornata. Ovviamente gli audio content devono avere le stesse caratteristiche di qualsiasi altro contenuto proposto all’utente: è necessario che siano originali e interessanti, integrati nell’ambito di una strategia precisa, che abbia come fine la creazione di valore per le testate, come la maggiore fidelizzazione del lettore e l’accrescimento dell’affidabilità del brand.
22HBG aiuta l’editore nella valorizzazione dei contenuti, studiandoli, analizzandoli e adattandoli ai canali audio digitali presenti ora nel panorama informativo, generando così nuove opportunità di crescita e sviluppo per i brand e le aziende.
È importante riuscire a creare una digital audio strategy sviluppando contemporaneamente una audio brand identity.