Il Garante per la protezione dei dati personali ha messo a punto una scheda informativa per sensibilizzare gli utenti sui rischi connessi agli usi malevoli della nuova tecnologia che permette di creare i deepfake.
Si tratta di foto, video e audio creati grazie a software di intelligenza artificiale (AI) che, partendo da contenuti reali (immagini e audio), riescono a modificare o ricreare, in modo estremamente realistico, le caratteristiche e i movimenti di un volto o di un corpo e a imitare fedelmente una determinata voce.
Questo nuovo strumento di falsificazione è sempre più diffuso anche a causa della nascita di app e software che rendono possibile realizzare deepfake, anche molto ben elaborati e sofisticati, utilizzando un comune smartphone.
Il Garante chiarisce che “quella realizzata con i deepfake è una forma particolarmente grave di furto di identità”, poiché “le persone che compaiono in un deepfake a loro insaputa non solo subiscono una perdita di controllo sulla loro immagine, ma sono private anche del controllo sulle loro idee e sui loro pensieri, che possono essere travisati in base ai discorsi e ai comportamenti falsi che esprimono nei video”.
La pericolosità di questo nuovo strumento è facilmente intuibile, ecco perchè necessario sensibilizzare nel minor tempo possibile il maggior numero di persone che potrebbero incorrere in questo tipo di truffa senza accorgersi della falsità di ciò che vedono o sentono.
Il rischio aumenta nel mondo dell’informazione perché “i deepfake possono riguardare politici o opinion leader, con lo scopo di influenzare l’opinione pubblica. Video deepfake possono ad esempio essere mostrati o inviati agli elettori che simpatizzano per un determinato personaggio politico, rappresentandolo mentre compie azioni poco lecite o mentre si trova in situazioni sconvenienti, allo scopo di screditarlo ed influenzare le opinioni o il voto”. Sono quindi veicoli di fake news e disinformazione.
“Il deepfake può quindi arrivare a privare le persone della cosiddetta “autodeterminazione informativa” (“ciò che voglio far sapere di me lo decido io”), come pure ad incidere sulla loro libertà decisionale (“quello che penso e faccio è una scelta su cui gli altri non possono interferire”)”.
Le grandi imprese del digitale (piattaforme social media, motori di ricerca, ecc.) stanno già studiando e applicando delle metodologie per il contrasto al fenomeno, come algoritmi di intelligenza artificiale capaci di individuare i deepfake o sistemi per le segnalazioni da parte degli utenti, e stanno formando team specializzati nel monitoraggio e contrasto al deepfake. Ma il metodo più efficace rimane sicuramente quello dell’attenzione e della responsabilità da parte degli utenti. Per questo il Garante, all’interno della scheda informativa ha elencato una serie di suggerimenti rivolti ai cittadini, con i quali possono autotutelarsi:
1 – evitare di diffondere in modo incontrollato immagini personali o dei propri cari;
2 – imparare a riconoscere un deepfake;
3 – non condividere video o audio qualora sorga anche il minimo dubbio sull’autenticità del contenuto;
4 – rivolgersi alle autorità di polizia o al Garante per la protezione dei dati personali se si ritiene che il deepfake sia stato utilizzato in modo da compiere un reato o una violazione della privacy.
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