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“Sono passati 26 giorni dall’invio al premier Conte della nostra lettera in cui denunciavamo l’anacronistica composizione delle task force governative per la ricostruzione del Paese, rappresentata all’80% da uomini – continuano le attiviste -. Una sproporzione, anzi un’assenza femminile, che non e’ accettabile in una societa’ democratica fondata sul rispetto dei diritti costituzionali. Escludere le donne dalla stanza dei bottoni significa negare la visione e le competenze femminili, ancora piu’ importanti per affrontare le conseguenze dell’emergenza COVID-19 che rischiano di affondare i diritti e le vite delle donne. Non solo, piu’ si attende nel riequilibrare le task force, meno sara’ efficace sara’ il contributo che la differenza di visione potra’ portare”.
Lunedi’ 4 maggio, primo giorno della Fase 2 dopo il lockdown, anche grazie alla forte adesione alla petizione prima e al flashmob virtuale del 2 maggio poi, nonche’ grazie all’impegno di senatrici e deputate e alle battaglie di associazioni femministe e della societa’ civile, il premier Conte ha risposto all’appello di #DateciVoce invitando Vittorio Colao a un immediato riequilibrio di genere nella composizione della task force e del comitato tecnico-scientifico.
“Ad oggi stiamo ancora aspettando una risposta concreta – denunciano infine dal comitato Dateci Voce – E diciamo: #BastaPromesse. Le donne e il Paese non possono piu’ aspettare. La Fase 2 per noi non e’ ancora iniziata”.
Per aderire all’appello #DateciVoce e’ sufficiente andare sul sito www.datecivoce.it e inviare il proprio nome e cognome nell’apposito modulo.
(ITALPRESS).